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EDICOLA. Il campionato va alle urne

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) – Un tranquillo week end di paura. O di gioia, chissà. Lo scopriremo solo vivendo, a partire da domani pomeriggio (ore 18) quando all’Olimpico si affronteranno la terza della classe, la Lazio, e la seconda, la Juventus. In serata (ore 20,45), la sfida tra la capolista Napoli e la Roma, quinta. Per chiudere, domani (ore 20,45), il derby di Milano con i rossoneri al sesto posto e l’Inter al quarto. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le coronarie, ed è facile ipotizzare che, comunque andranno le cose, il primo turno di marzo, a braccetto con le elezioni politiche, lascerà il segno nel Parlamento del calcio. Anche il campionato va alle urne per stabilire scudetto e zona Champions, vietato dare qualcosa per scontato.

QUI OLIMPICO – Si parte, come detto, con il match dell’Olimpico tra Simone Inzaghi e Max Allegri. L’allenatore della Lazio in queste ore è chiamato a gestire il post Milan, cioè la stanchezza accumulata per aver giocato anche i tempi supplementari e la delusione per l’eliminazione ai calci di rigore dalla Coppa Italia di fronte ai propri tifosi. Compito non facile ma neppure impossibile, considerato che la Lazio nelle ultime partite di campionato, e anche in quella contro i rossoneri, ha dimostrato di essere in salute.La Lazio vanta il miglior attacco del torneo, 64 reti; la Juventus la miglior difesa, 15 gol (come il Napoli, ma con una gara in meno): Allegri dovrà fare ancora a meno di Higuain ma lì davanti, anche senza la totale disponibilità di Dybala, le soluzioni non gli mancano. I precedenti stagionali, due vittorie su due della Lazio, invitano il tecnico juventino alla massima attenzione, anche se potrà sfruttare 24 ore di riposo in più (e supplementari in meno) rispetto al collega laziale per affrontare l’impegno.

QUI SAN PAOLO – La sfida del San Paolo tra Napoli e Roma è anche il confronto tra due allenatori, Maurizio Sarri ed Eusebio Di Francesco, che predicano un calcio dai principi simili. Sarri vanta 19 punti in più in classifica di EDF, forse, anche perchè guida il Napoli dall’estate 2015 mentre il collega ha preso in mani le redini della Roma soltanto nel luglio dello scorso.

Il Napoli, da quel luglio di tre anni fa, ha ancora lo stesso allenatore, la Roma invece ne ha cambiati tre (Garcia, Spalletti e appunto Di Francesco); in più, il Napoli ha ancora 15 elementi del Sarri I (Albiol, Allan, Callejon, Chiriches, Jorginho, Ghoulam, Hamsik, Hysaj, Insigne, Koulibaly, Maggio, Mertens, Rafael, Reina e Sepe), mentre della Roma dell’agosto del 2015 sono rimasti solo in 7 (De Rossi, Dzeko, Florenzi, Lobont, Manolas, Nainggolan e Strootman. El Shaarawy e Perotti sono arrivati a gennaio 2016).

E questo, nell’arco di una valutazione complessiva, deve essere tenuto nel giusto conto, con la Roma solo una volta su tre (nel passato campionato) davanti al Napoli, cioè quando è stata costretta al record di punti della sua storia per arrivare al secondo posto. Il confronto tra un Napoli che scoppia di salute di gioco e una Roma che, camminando, balbetta calcio oggi appare improponibile.

Nella gara d’andata la Roma si presentò con il 4-2-3-1 contro il 4-3-3 di Sarri ma, durante l’intervallo, Di Francesco si sistemò con il 4-3-3 e fu tutta un’altra partita, anche se la vittoria andò agli ospiti per un gol di Insigne su assist di… De Rossi. Scontato pensare, perciò, che Di Francesco domani se la giocherà con lo stesso sistema di gioco.

QUI SAN SIRO – Rino Gattuso, che sta facendo una specie di capolavoro, ha già battuto, in Coppa, Luciano Spalletti, e il suo Milan vanta una condizione psicofisica che l’Interneppure si sogna. Tutto, quindi, dalla parte dei rossoneri? Piano, e non solo perché con il derby non si scherza. Lucio ritroverà Icardi e questa da sola è già una buona notizia.Solo che il Milan non prende gol da sei partite e nel 2018 viaggia con una media da scudetto. Gattuso sembra aver trovato la quadratura del cerchio, Spalletti la sta ancora cercando ma, nonostante tutto, è al quarto posto. Sarà interessante verificare cosa accadrà a centrocampo dove il Milan si annuncia con un uomo in più. Ma Spalletti ci ha abituato ad inventarsi sempre qualcosa, anche se il suo modulo base rimane il 4-2-3-1. Battaglia sicura sulle corsie esterne dove da entrambe le parti si attacca e si difende con gli stessi uomini. L’Inter ha riposato per tutta la settimana, il Milan è stato costretto ai supplementari, mercoledì, contro la Lazio. Forse qualcosa conterà. Forse.

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