ROMA-MILAN SOTTOPASSAGGIO. Abbiamo solo preso freddo…
di Paolo MARCACCI – Candido il Milan, come la neve attesa in nottata in una Roma che vorrebbe vedere atterrare i fiocchi sugli auspicati 53 punti della parte giallorossa della città. Non si poserà, il manto bianco, sulla cresta che non rifulge più sul capo di Radja Nainggolan.
È la notte di Schick, perlomeno come scelta iniziale; riposano Dzeko, Florenzi, El Shaarawy e De Rossi; Bruno Peres a destra e Pellegrini in linea con Strootman. Il Milan è rapido e manovriero in avanti, col monumentale Kessie a supporto dell’azione; la Roma arriva più spesso al tiro, soprattutto con Perotti, senza spaventare più di tanto Donnarumma.
Il primo terzo di gara scocca su un passaggio avventato di Nainggolan in orizzontale, che favorisce un’incursione di Calhanoglu, per fortuna non memorabile. Segno però che col trascorrere dei minuti gli episodi avranno un peso crescente.
Minuto 34: impatto tra Rodriguez e Pellegrini in area rossonera: mezzo rigore a velocità reale, anche l’altro mezzo alla moviola.
Minuto 37, tracciante di Pellegrini sul fondo, dalla distanza.
Ci starebbe bene un “Gattuso mettete a sede”, come coro, dopo l’inutile siparietto del tecnico milanista con Kolarov.
Dopo 1′ di recupero, nel gelo dell’Olimpico, implosa l’ultima conclusione di Pellegrini, va in archivio un primo tempo equilibrato, corretto, giocato su ritmi non elevatissimi. Una sensazione: rischia di proseguire così.
Da Schick, per ora, qualche bel ricamo, con la sensazione, ma anche un po’ speranza, che possa accendersi da un momento all’altro.
Si ricomincia sotto una pioggia che tende al nevischio; dopo due minuti scarsi il Milan è in vantaggio: azione manovrata che fa perno sul capoccione di Kessie, crossa delicato di Suso da destra, tocco di Cutrone sottomisura. Comincia una partita nuova. Al minuto 53 Alisson alza oltre la traversa un destro potente di Kessie, sempre più nel vivo del gioco. Nel mezzo, a lato un destro di Perotti che sposta Schick per concludere. Poca Roma, ora, per di più frustrata dallo svantaggio. Scocca l’ora di gioco e la sensazione è che sia un po’ più probabile il raddoppio milanista che il pareggio della Roma.
Di Francesco prepara Dzeko, cui cede il posto Nainggolan, scomparso più della sua cresta.
Poi esce Cutrone nel Milan, rilevato da Kalinic.
Spezzatino di gioco, Milan via via più falloso, Roma che deve ancora ridisegnarsi, con i tanti attaccanti in campo.
Minuto 72, Milan a un fiocco dallo 0-2, con Alisson che risponde a Kalinic e Manolas che poi lo anticipa. Ma è questione di un minuto, perché sul filo del fuorigioco arriva il raddoppio di Calabria, innescato da Kalinic. Notte fonda su una Roma sparita. Nel frattempo, Defrel per Ünder. “Io me ne andrei”, cantava Baglioni.
Gerson per Pellegrini, meno evanescente di altri, al minuto 79.
Vanno ripensati obiettivi e aggettivi, a questo punto. Suso fuori, entra Borini nel Milan.
Scorrono gli ultimi minuti di gioco tra i canti e il tamburellare del settore ospiti; sfollano un bel po’ di romanisti.
Nel finale, Gattuso manda in campo Montolivo, in luogo di Bonaventura. Il terzo se lo divora Borini.
Termina con un Milan convincente, a fronte di una Roma inconcludente, negli uomini e nelle trame di un gioco svanito.
Abbiamo solo preso freddo, stasera.