Roma-Brighton. DE ROSSI: “Inaccettabile non essere in Champions da così tanti anni”
Alle 13 si è svolta la Conferenza Stampa di Mister De Rossi e Gianluca Mancini in vista della sfida di domani alle ore 18:45 allo Stadio Olimpico tra Roma e Brighton, valida per l’andata degli ottavi di finale di Europa League. Queste le parole del Mister giallorosso:
Cosa pensa del Brighton e del suo rapporto con De Zerbi?
“Ho un ottimo rapporto con De Zerbi fin da quando ero ancora giocatore. Gli ho sempre detto che ammiro il suo lavoro, il gioco che creava, al Benevento, al Palermo. A volte fuori dallo spogliatoio parlavamo di quello che era suo presente e del mio futuro. Lo ammiro molto, ha idee brillanti e originali. Poi chiaramente alle spalle c’è una società che investe e dei buoni giocatori, sono giovani e di talento. Li rispettiamo molto, sarà una bella gara.”
50esimo sold-out dell’era Friedkin. Può rappresentare l’arma in più?
“Siamo noi che dobbiamo cercare di regalare a loro una notte felice e non loro a portarci alla vittoria. L’unione delle due cose sarà importante. Per qualunque giocatore è bello, ma anche loro sono abituati a una cornice di pubblico importante e stadi pieni come avviene in Premier League.”
Il nono posto del Brighton in Premier quanto può valere rapportandolo alla Serie A?
“Non è facile fare il paragone sul loro nono posto e che posizione sarebbero in Italia. Il Brighton è un club emergente, è stato bravo Potter a creare qualcosa ma ora De Zerbi sta dando un’impronta ancora più riconoscibile. In Italia il Bologna è quarto quindi dire a che punto sarebbe il Brighton non è facile. De Zerbi ha creato una cosa simile ai tempi del Sassuolo, non è sempre facile arrivare a quei livelli. Questo traguardo è ripetibile solo se si hanno grandi idee e un società che può investire.
Difesa a 3 o a 4?
“Non te lo dico”.
L’ultima volta parlando di Paredes hai detto che a volte è troppo istintivo. Domani la Roma deve essere più istintiva o riflessiva; una partita all’attacco a bisognerà temporeggiare?
“Si può essere istintivi stando bassi e difendendo in maniera disordinata e si può essere riflessivi cercando di portare la loro squadra a difendere. Non ne faccio una correlazione diretta. Penso che la Roma sia una grande squadra, deve rispettare il Brighton ma la Roma è la Roma. Sarà una bella partita, dobbiamo sapere che il Brighton mette a giocare nella propria metà campo per alcuni minuti squadre come il Manchester City, l’Arsenal e il Liverpool, A volte però prende imbarcate come contro Fulham e Luton. Ci saranno tante partite all’interno della partita, dovremo essere bravi a giocarle e a vincerle entrambe, sia quando avremo il possesso del pallone sia quando lo avranno loro”.
Il ranking può rappresentare una motivazione extra per eliminare il Brighton e conquistare il quinto posto per la Champions?
“Noi giochiamo le nostre partite per vincerle, per passare il turno. Poi magari possiamo vedere con occhi diversi le vittorie delle altre italiane in questa chiave. E comunque bisognerà arrivare quarti o quinti. Noi la vediamo un po’ come una storiella: tipo ” se farete i bravi avrete la sorpresa”. Fondamentalmente per noi non cambia nulla. Se vince una italiana in Europa, a parte questioni campanilistiche di tifo, per noi è come trovare un vantaggio.”
Sono 50 giorni dalla sua gestione. Un primo bilancio: si aspettava qualcosa di più?
“Mi aspettavo 3 punti in più in campionato, sarebbe stato perfetto (ride, ndr). No, sono soddisfatto e anche consapevole che non abbiamo fatto ancora nulla. Nessuno più di me conosce il calcio italiano e questa città in particolare e so che fuori i giudizi potrebbero cambiare idea in un secondo. Si diventa bravi in poco tempo ma in altrettanto anche scarsi. Sto cercando di tenere i giocatori con la testa a Trigoria e lontano da social, giornali e radio. Sono felice del rapporto che si è creato, anzi ricreato da allenatore. Lui (Mancini, ndr) ha detto che stanno capendo, io oggi riguardavo l’allenamento e loro ci stanno anche credendo e trovandosi anche bene. Non che io crei cose brillanti ma sono loro che credono veramente a quello che facciamo. Diciamo che per ora c’è stato tutto, ma non c’è stato ancora niente perché mancano due mesi di fuoco.”
Come sta Karsdorp, disponibile almeno per la panchina? A sinistra l’alternanza Spinazzola-Angelino è legata a necessità tattiche?
“Karsdorp vediamo oggi come si sente: ha alternato giorni in cui si sentiva bene ad altri in cui non era al massimo, vedremo oggi. Impazzisco per Spinazzola e Angelino, sono due giocatori di altissime livello e tanto diversi tra di loro. A volte la scelta può dipendere dall’avversario, altre volte al turnover o alle mie sensazioni su chi vedo più in forma. Non ci sono strategie preparate prima. Ora stanno bene fisicamente, posso contare al 100% su entrambi”.
Immagino che Bove ti piaccia ma è stato utilizzato meno anche vista la concorrenza. Hai mai pensato per lui un ruolo diverso?
“Prima di Monza leggevo che con Mourinho aveva 61 minuti in media e con me 59, non ci sono grandi differenze. Ha iniziato meno volte dall’inizio. Ho grande fiducia in lui, è stato praticamente il migliore in campo nella mia prima partita in Serie A contro il Verona. Trova meno spazio all’inizio perché a fianco a lui ci sono tre giocatori che stanno giocando molto bene: Cristante, Paredes e Pellegrini. Non lo vedo esterno sulla fascia, lì vorrei sempre giocatori più offensivi di lui. Potrebbe diventare un ottimo mediano davanti alla difesa, è tecnicamente più bravo di quello che si pensa. Deve solo lavorare tanto, e lo stiamo facendo fermandoci a fine allenamento, sui tempi di gioco. Lui sa correre, ha un buon piede, deve solo capire quando può giocare a due tocchi o a tre, ma fa parte di un processo di crescita. Spero nessuno gli metta fretta. Come essere umano è il ragazzo da far sposare alle proprie figlie. Si sta comportando bene quando vinciamo. Non potrei essere più felice di lui. Ci sta, nel suo percorso, di essere la prima riserva a centrocampo nella Roma, non c’è nulla da vergognarsi. Nel percorso di miglioramento in quello che chiediamo di diverso a prima lui, come tanti altri, deve migliorare ma non è che ci sia da fare chissà quale salto in avanti. Quando entra dà sempre il fritto. Con il Feyenoord è partito titolare e ha
Il Brighton non ha tanti giocatori abituati a giocare gare del genere, la Roma ne ha diversi. Tu conosci gare così, quanto pesa il fattore esperienza e si è assottigliato un po’ il gap con la Premier?
Dovrei viverla un po’ di più la Premier per queste valutazioni. Il calcio italiano si sta rilanciando dopo alcuni anni in cui la Premier sembrava non avvicinabile sia a livello economico che a livello tecnico. Per alcuni giocatori del Brighton forse sarà la prima europea, alcuni sono molto giovani, può esserci un contraccolpo ma in queste cose ti aiuta il campo, il gioco, e questo loro lo hanno. Quel piccolo gap di esperienza la colmeranno con la conoscenza, noi dovremo mettere altrettante conoscenza, intensità e forza. Siamo giocatori d’esperienza, e probabilmente superiori a loro, non ci possiamo aspettare che restino impressionati dallo stadio e per inesperienza ci regalino la vittoria. Hanno giocatori che sanno cosa fare e sarà una partita difficile.”
Ha esordito in Champions League e ha realizzato l’ultimo gol della Roma in Champions. Ora lesi chiede di portare nuovamente la Roma in Champions, sembra quasi che il suo destino sia incrociato con la competizione
“Ho fato una battuta ai ragazzi sul fatto che nell’ultima partita giocata dalla Roma in Champions c’ero io in campo e mi sembra di avere smesso da 20 anni. Questo è inaccettabile, la Roma deve stare a quei livelli. Deve starci ancora di più perché a livello societario mi sembra stiamo messi meglio adesso rispetto a quando ho lasciato la Roma, sia come investimenti, come giocatori e come probabilmente monte ingaggi. A prescindere dai nomi la Roma deve sempre provare ad arrivare in Champions. poi una volta che ci arriva ha dimostrato di poter fare grandi annate arrivando agli ottavi e ai quarti e una volta non troppo lontano dalla finale. Il mio destino non è incrociato con questo. la Roma e questi giocatori devono lottare per la Champions qualsiasi sia l’allenatore. I valori che ci sono nella squadra non sono da sotto il quarto posto”.