MONZA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Convincere e vincere: perché “il bel giuoco” resta fine a se stesso se non supportato dai risultati.
Quelli che sta trovando con continuità la Roma di De Rossi: abile, anche perché relativamente fresco ex calciatore, a capire la psicologia di molti giocatori.
In tanti, non essendo dei campioni, avevano ormai più bisogno della carota che del bastone.
Roma che subisce la fisicità di Djuric: calcio in faccia a Ndicka, niente ammonizione; colpo di testa (con palo) prendendo ancora per il collo il difensore ivoriano: nessuna punizione.
La Roma non si scompone, pur soffrendo tanto a sinistra (male Angeliño): troverebbe infatti il goal del vantaggio sugli sviluppi di uno schema da angolo.
Ma la rete è annullata: c’è forse un pezzo di tacco di Dybala, che aveva servito Cristante, leggermente in fuorigioco.
L’immagine ufficiale fornita dalla sala VAR è quella col pallone calciato da Angeliño già partito. Mah.
Nessun problema, ci pensa Pellegrini con un grandissimo goal: da fine gennaio il capitano e tornato quello che faceva dire a Mourinho di volerne tre.
Ci pensano poi i due “problemi” a indirizzare definitivamente la partita: prima Dybala serve Lukaku – già dentro l’occasione dell’1-0 – per il 2-0.
Poi l’argentino – sotto gli occhi del collaboratore dell’Albiceleste Samuel – pennella una punizione da applausi a inizio ripresa, chiudendo virtualmente la pratica.
La Roma attacca con molti effettivi; prova a creare superiorità con i centrali difensivi; ha in Ndicka – già vista prima della partenza per la Coppa d’Africa – un giocatore in crescita costante.
El Shaarawy mette tante toppe sulla sua fascia; Celik entra bene – sotto gli occhi del CT turco Montella – e avremo bisogno di lui, stante infortuni e squalifiche degli altri esterni destri.
Paredes continua nella sua regia finalmente degna di tal nome: un altro rigore realizzato, di quelli che – sicuramente – Pairetto al
VAR avrebbe segnalato anche con Mourinho in panchina.
Peccato solo per la rete subita, uno degli aspetti su cui la Roma di De Rossi deve ancora lavorare: è bellissimo, oltre che utile, non concedere all’avversario nemmeno il goal della bandiera.
Dentro anche Smalling: si torna a 3 dietro; per me sempre una bella soluzione, anche a partita in corso.
Tra le godurie della serata, le parole di Palladino, che si lamenta degli arbitri dopo averne presi 4 e la faccia finale di Galliani, costretto a rimangiarsi l’esultanza successiva al goal tolto a Cristante.
Ora il Brighton: per me il percorso europeo – ben venga il quinto posto dopo la sconfitta dell’Atalanta – resta quello prioritario.