EDITORIALE. La Roma del Mister
La splendida notte dell’Olimpico, oltre alla gioia per la qualificazione, certifica il passaggio da DDR a MDR. Cioè da Daniele De Rossi a Mister De Rossi. La squadra scesa in campo contro il Feyenoord, infatti, è stata capace di esprimere una precisa identità, soprattutto nel momento più difficile del match, proprio quando più forte sarebbe stata la tentazione di rifugiarsi in quell’atteggiamento tattico che ha fatto le fortune del club negli ultimi anni.
Dopo un primo tempo ad alti livelli i padroni di casa, come era prevedibile, hanno sofferto il palleggio degli olandesi. Una situazione non dissimile da quella dello scorso anno ma alla quale ha fatto fronte in maniera differente raggiungendo, ancora una volta, lo stesso splendido epilogo.
Per invertire l’inerzia della partita i giallorossi hanno dato fondo a risorse tecniche e tattiche prima ancora che caratteriali, affidandosi ai così detti “concetti” portati da De Rossi ed il suo staff. E avrebbero meritato ampiamente di chiudere il discorso prima dei calci di rigore. Un atteggiamento che non è di certo frutto di quello che Daniele rappresenta per la Roma ma di quello che mister De Rossi riesce a trasmettere al gruppo quotidianamente.
Le parole del capitano Lorenzo Pellegrini a fine partita sono la giusta espressione della stessa sensazione che ci ha accompagnato un po’ tutti nel lasciare l’Olimpico: è nata la Roma di MDR.