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EDICOLA. Roma, il futuro in un mese: De Rossi e Schick le chiavi

CORRIERE DELLA SERA (L. Valdiserri) – Le due partite facili contro l’Hellas Verona e il Benevento – penultima e ultima in classifica, serie candidate alla retrocessione in serie B – hanno portato alla Roma tutto quello che dovevano portare: sei punti, il sorpasso alla Lazio al quarto posto (l’ultimo buono per la qualificazione alla prossima Champions League) e l’aggancio all’Inter mancato per una sola lunghezza.

Due vittorie d’oro, vista l’importanza della partecipazione alla Coppa dei più bravi e dei più ricchi. «Panorama» ha quantificato i ricavi dei club dall’introduzione della Champions League, nel 1992: al primo posto c’è il Real Madrid, che ha incassato 689,5 milioni di euro. Tra gli italiani, nettamente avanti a tutti la Juventus (17 presenze su 25 edizioni), con un tesoro da 605,2 milioni di euro (quarto posto). Ben 275 milioni (il 45% della cifra totale) sono venuti dal market pool arricchito a partire dal 2014 grazie con l’assenza di altre italiane (Napoli, Lazio e Roma fuori nei preliminari). Dietro alla Juventus c’è il Milan (ottavo con 412,1 milioni di euro, malgrado l’assenza che dura dal 2014-2015). La Roma è all’undicesimo posto, con 306,2 milioni in 10 presenze quasi tutte concentrate nel periodo più ricco. L’Inter è tredicesima con 281,8 milioni.

Cifre astronomiche che, all’inizio di un mese molto complicato, con i due ottavi di finale contro lo Shakhtar Donetsk e cinque turni impegnativi di campionato (Udinese, Milan, Napoli, Torino e Crotone), riportano all’assoluta necessità del turn-over. Ma come farlo? Conta di più non perdere terreno in campionato o provare l’all-in in Europa, visto che il passaggio ai quarti porterebbe in cassa una trentina di milioni tra premi Uefa, bonus con gli sponsor e incassi da botteghino? Il calcio di Eusebio Di Francesco è dispendioso. Non è un caso che la Roma migliore – quella che ha battuto 3-0 il Chelsea e che teneva il passo di Napoli e Juve – si sia vista quando poteva fare un abbondante turnover. A inizio stagione, anche se le perdite di Salah e Ruediger erano state pesanti dal punti di vista della qualità, Di Francesco era convinto di poter ruotare 18/20 giocatori di valore, se non uguale, almeno simile. Tra infortuni, flop di mercato e una gestione non sempre centrata si è trovato a novembre con 14/15 titolari: gioco e risultati sono crollati in breve tempo.

Contro il Benevento, però, anche se solo per pochi minuti, l’allenatore ha rimandato in campo Daniele De Rossi (9 minuti) e Patrik Schick (2). Due carte importanti da giocare adesso, con impegni ravicinati. De Rossi è l’equilibratore del centrocampo, con la possibilità di passare dal 4-2-3-1 al 4-3-3 e viceversa. Schick resta un potenziale campione e, con il nuovo modulo, potrebbe trovare spazio sia da centravanti che da trequartista. dando un po’ di riposo a Dzeko o a Nainggolan. Il d.s. Monchi si muove per il futuro e cerca un accordo con Alisson per prolungare il contratto del portiere brasiliano (scadenza 2021, ma con molti top team già sulle sue tracce, primo tra tutti il Real Madrid). Il numero 1, oggi, guadagna un milione e mezzo netto a stagione. La Roma sarebbe disposta a salire a 5, bonus compresi, ma con l’introduzione di una clausola solo per l’estero da 90 milioni. Difficile che gli agenti del portiere accettino, ma provarci è un obbligo.

 

 

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