Addio sogni di gloria, almeno per quest’anno…
DIVAGAZIONI ROMANISTE Di Franco Bovaio – Sia chiaro: ora si tifa per De Rossi e per la Roma, perché questa, se si è tifosi, è sempre al di sopra di tutto e di tutti. Punto. Lo scriviamo subito onde evitare fraintendimenti di qualsiasi tipo. Ma l’esonero di Mourinho non lo capiamo. Certo, che se ne sarebbe andato a fine stagione era chiaro. Ma avremmo evitato di mandarlo via adesso, alla fine del ciclo terribile del calendario e prima della possibilità che questo ti offre di risalire la classifica, come ha fatto la Lazio con le ultime vittorie consecutive contro squadre medio/piccole.
E la sua sostituzione con Daniele De Rossi ci pare ancora più un azzardo. Perché lui è una bandiera della Roma, ma anche un neofita della panchina. E più della prima (cosa che garantisce la proprietà da contestazioni all’erede di un personaggio amato come Mourinho) conta la seconda. Perché De Rossi deve ancora farsi come allenatore e perché la storia insegna che la mozione degli affetti alla Roma non ha quasi mai portato bene. Anzi.
Ricordate il tanto vituperato Carlos Bianchi? Quando fu esonerato venne richiamato Liedholm con Sella in panchina e la Roma si salvò a stento, facendo 5 punti su 24 disponibili, in proporzione molti meno dei 36 su 78 che aveva fatto con l’argentino.
Ricordate l’esonero di Delneri nella stagione dei tanti allenatori? Al suo posto arrivò l’amatissimo Bruno Conti, che accettò per amor di patria e la Roma si salvò a stento, facendo 7 punti su 30 disponibili, in proporzione molti meno dei 34 su 72 che aveva fatto con Delneri.
Sono solo i primi due esempi storici che ci vengono in mente e che, ovviamente, non ricordiamo per portare male a Danielino nostro. Ci mancherebbe. Siamo della Roma e vogliamo il bene della Roma (prima) e poi il suo. Solo questo.
Ma la scelta di questa società assente, che ha messo in mano a Mourinho una rosa composta in modo indecente, ci sembra davvero incomprensibile, anche se porta con se una conseguenza positiva: ora che Mourinho non c’è più, se le cose continueranno ad andare male, sarà finalmente chiaro a tutti di chi è la colpa.
Non certo di De Rossi, che qualunque cosa farà non lo contesteremo mai. Ma della società e di chi va in campo.
Perché le squadre sono costruite dai dirigenti e a fare i gol o a non prenderli sono sempre i calciatori!
Di sicuro c’è che con questa decisione possiamo dire addio ai sogni di gloria. Almeno per quest’anno.
Per il futuro chissà. Ma se la prospettiva è quella di fare come il gruppo Red Bull (visto che tra i nomi del possibile futuro direttore sportivo c’è anche quello di chi verrebbe da lì) stiamo freschi.