Nervi saldi…
DIVAGAZIONI ROMANISTE di Franco BOVAIO – Nella mia ormai cinquantennale vita con la Roma, prima da tifoso, poi, nell’ultimo trentennio, da tifoso/addetto ai lavori, di momenti bui come questo ne ho vissuti tanti. Purtroppo. Perché se vuoi vincere sei della Juve, dell’Inter, del Milan. Se invece vuoi tifare per senso di appartenenza la squadra che porta il nome e i colori della tua città e questa è la Capitale allora sei della Roma.
E questa lunga militanza al suo fianco mi ha insegnato una cosa: che in momenti bui come questo bisogna tenere i nervi saldi e non lasciarsi trascinare dalle emozioni. In soldoni: si tiene l’allenatore e si va avanti con lui, cercando di uscirne tutti insieme. Come fece il presidente Sensi nel 2002-03, la stagione che da ieri tutti ricordano perché è stata l’ultima nella quale la nostra Roma ha fatto così pochi punti dopo le prime venti giornate.
Anche allora c’era chi chiedeva l’allontanamento di Capello. Non uno qualsiasi, ma Fabio Capello, che qui aveva vinto lo scudetto due stagioni prima e che è un altro totem della panchina come Mourinho e come Liedholm, che dalle nostre parti è stato contestato anche lui, magari dagli stessi che oggi lo osannano in ogni momento. Come giustamente merita, perché io che ho avuto la fortuna di conoscerlo vi posso confermare che è stato sicuramente il miglior allenatore della storia giallorossa. Almeno per quella che ho vissuto di persona.
Nella stagione 2002-03 Franco Sensi andò avanti con Capello e alla fine la Roma arrivò ottava. Ma nella stagione seguente, sempre con Capello, sfiorò di nuovo lo scudetto, perdendo solo una partita delle prime 17 (quella del 6 gennaio all’Olimpico contro il Milan) dopo un girone di andata strepitoso. Perché nel calcio è così: ci sono momenti in cui tutto va bene e altri in cui tutto va male ed è in questi che bisogna stringere i denti e andare avanti, senza lasciarsi condizionare dalle emozioni negative. Come è anche nella vita di tutti noi.
Dunque avanti con Mourihno e bando ai traghettatori, che anche in passato non sono serviti a raddrizzare la baracca. Anzi, hanno pure rischiato di fare peggio di chi c’era prima di loro. I problemi della squadra non sono in panchina, ma altrove. A cominciare da una società che la gestisce male (non parlano mai, basta dire questo) e che ha costruito una rosa ridicola, fatta di prestiti che sanno che l’anno prossimo saranno altrove (altro che senso di appartenenza) e di giocatori mezzi rotti, che nessuno voleva più e allora se li è presi la Roma. Oppure di calciatori obiettivamente scarsi, che hanno difficoltà a fare un passaggio di dieci metri e che non riescono ad innescare quel campione che hanno davanti e che risponde al nome di Lukaku, che a vederlo si sta immalinconendo anche lui. Proprio come noi.
Cosa pensate? Che cambiando l’allenatore i malati cronici guariranno all’improvviso, i brocchi diventeranno campioni e i prestiti diventeranno più romanisti del sottoscritto, che è addirittura romapatico? Per far si che questo accada al posto di Mou dovrebbe venire uno che fa miracoli. Non un traghettatore né tantomeno una bandiera come De Rossi, uomo e giocatore che amo visceralmente ma che, se dovesse venire a ricoprire questo ruolo sulla panchina della Roma subentrando a Mou, rischierebbe davvero di bruciarsi. Senza risolvere i problemi della nostra amata Roma.