MILAN-ROMA. Mi ritorni in mente…
11-11-2006 Milan-Roma 1-2….. Una rabona da tre punti
Il Giuseppe Meazza, sponda rossonera, in campionato è sempre stato uno stadio avaro di soddisfazioni per i Lupi capitolini, specialmente nel ventennio tra la fine degli anni 80 e l’inizio del nuovo millennio durante il quale i giallorossi provarono in tutti i modi ad espugnare la Scala del calcio senza riuscirci, un vero e proprio sortilegio. L’ultima Roma a portare via l’intera posta in palio era stata quella guidata da Sven Goran Eriksson (forza Svennis!) nel 1986, capace di imporsi sul Maestro Nils Liedholm grazie al gol di testa realizzato da Roberto Pruzzo.
La squadra dell’allievo svedese, in quell’anno dalle mille emozioni, incantava per il suo gioco e poteva contare sulla vena realizzativa del suo Bomber, capocannoniere a fine torneo. Una Roma poco vincente in confronto a quanto avrebbe meritato ma alla quale sono legati ricordi indelebili.
Un gruppo per tanti aspetti simile a quello che si presentò a San Siro 19 anni 10 mesi e 29 giorni dopo.
A condurlo Luciano Spalletti, anche lui un tecnico giovane con idee innovative, in grado di dare spettacolo ed esaltare le caratteristiche dei propri giocatori. Uno stratega in panchina e, appunto, il miglior marcatore europeo dell’anno, nonché della nostra storia, in campo: il capitano Francesco Totti.
Anche in quel giorno di fronte un grande ex, Carlo Ancelotti, alla testa di un Milan in affanno in Serie A ma capace, a fine stagione, di laurearsi Campione d’Europa mentre i giallorossi finiranno secondi dietro l’Inter, aggiudicandosi la Coppa Italia trascinati dai gol del talento di Porta Metronia.
Ed è proprio il neocampione del mondo ad aprire la partita alla prima occasione dopo 7 minuti di gioco: Rodrigo Taddei mette al centro una respinta di testa di Nesta e Totti supera Dida con una splendida girata al volo di destro da centro area.
La risposta dei padroni di casa è veemente ma si limita a tiri da fuori area, all’interno della quale imperversa Philippe Mexes in una delle sue migliori annate all’ombra del Colosseo.
La buona sorte che aveva sorriso agli uomini di Spalletti sulle conclusioni da lontano di Seedorf ed Oliveira, finite sulla traversa, diventa avversa sul tiro di Brocchi, permettendogli di superare una selva di gambe per infilarsi all’angolino alla sinistra di Doni dopo 11 minuti dal ritorno in campo.
Cinque giri di orologio ed l’attuale selezionatore Azzurro compie la mossa decisiva mettendo in campo Alberto Aquilani al posto di Simone Perrotta. Il centrocampista di Montesacro, protagonista di un ottimo avvio di campionato, dà la scossa ai compagni invertendo l’inerzia della gara. Alla prima palla utile calcia dal limite dell’area e Dida si deve superare per togliere il suo destro a giro da sotto la traversa.
Altri due minuti e nulla potrebbe il portiere brasiliano sull’esterno destro del Dieci romanista, sempre servito da Aquilani, che si stampa sul palo.
Al Meazza si sentono solo i supporter giunti dalla Capitale trascinati da una squadra padrona del campo. Ci provano De Rossi e ancora Totti però per spezzare il sortilegio non bastano tecnica e volontà, serve una magia.
A sette minuti dalla fine Tonetto contrasta Seedorf sulla trequarti, sopraggiunge Aquilani con le spalle alla porta e, bilanciandosi allargando le braccia, incrocia il piede sinistro dietro l’altra gamba pietrificando la retroguardia rossonera. L’accorrente Amantino Mancini deve solo appoggiare la palla al centro dove c’è Francesco Totti, di testa, a riportare definitivamente in vantaggio la Roma. La rabona del Principino aveva infranto l’incantesimo: San Siro, finalmente, era di nuovo nostro.
Il Tabellino
MILAN (4-3-1-2): Dida; Simic, Nesta, Maldini, Jankulovski; Brocchi, Pirlo, Seedorf; Kakà; Oliveira (dal 31′ st Borriello), Gilardino (dal 18′ st Inzaghi). All. Ancelotti.
ROMA (4-2-3-1): Doni; Panucci, Mexes (dal 32′ st Ferrari), Chivu, Tonetto; De Rossi, Pizarro; Taddei, Perrotta (dal 16′ st Aquilani), Mancini (dal 42′ st Cassetti); Totti. All. Spalletti.
ARBITRO: Messina di Bergamo.
NOTE: Ammoniti Brocchi e Pizarro per gioco scorretto, Oliveira per comportamento non regolamentare, De Rossi e Mancini per proteste.