CASTAN “Grazie a Dio sto bene. Marcos Leonardo? La Roma ha perso un crack”
L’ex giallorosso Leandro Castan ha parlato ai microfoni di TeleRadioStereo del momento della Roma e anche di Marcos Leonardo. Queste le sue parole:
Come stai?
“Siete rimasti la mia seconda famiglia, grazie a Dio sto bene. Il club si è preso cura di me come se fossi un figlio e se oggi posso stare tranquillo è perché la Roma mi ha aiutato a nel momento più difficile della mia vita”.
Secondo te, perché si fa più fatica a lanciare difensori in A? L’impatto fisico è troppo rispetto alle giovanili?
“Walter Sabatini mi ha aiutato tantissimo in quel periodo, è veramente quello che vedevo come il capo della società, mi ha teso la mano. La Serie A ha un calcio molto difficile e per i difensori ancora di più. Si ricordano tanti difensori forti della storia del calcio italiano e per un giovane è molto difficile, vedo che ci sono dei talenti che possono essere scoperti e su cui lavorare. Alla Roma non c’è il tempo di sbagliare che c’è in altre squadre perché deve lottare sempre per arrivare in Champions league”.
La Roma ha iniziato il suo progetto con Mourinho giocando a quattro, è più facile giocare a quattro o a tre in difesa?
“Ho sempre preferito giocare a quattro, penso che a quattro sarebbe meglio ma chi sono io per dire come deve giocare Mourinho? Sa quali giocatori ha in mano e si sente più sicuro a tre. Per me con la difesa a quattro puoi essere anche più forte a centrocampo e in attacco, penso che la difesa a tre sia meno offensiva. Ho sempre preferito l’uno contro uno, mi ricordo quando giocavo con Benatia e giocavamo uomo contro uomo, entrambi eravamo nel migliore momento della condizione atletica. Quella non era una squadra che marcava tanto bene, però con Daniele (De Rossi, ndr) davanti a noi, noi due nella miglior condizione possibile, Maicon che avanzava e Balzaretti che indietreggiava… Con questa Roma Mourinho non ha la possibilità di fare così. L’anno scorso ho visto una Roma molto bassa e quello succede perché non hai difensori veloci”.
C’è qualche difensore della Roma che ti piace?
“Smalling, ma lui già non è più un ragazzino ed è difficile per lui giocare alto. Naturalmente ti proteggi di più e vai indietro, se non hai centrocampisti cattivi che marcano sempre è complicato”.
Al fianco a Walter Sabatini c’era Massara, oggi è uno dei nomi più caldi per prenderne il posto di Pinto. Come lavora, è la scelta giusta?
“Secondo me sì, ha fatto bene al Milan e conosce la piazza, la città, sa quello che manca alla Roma e la sua identità. Sa bene cosa sia veramente la Roma”.
Questo lavoro di identità nella tua Roma lo facevano De Rossi e Totti?
“Sì, è quel lavoro che facevano loro”.
Viña?
“Pensavo che avrebbe fatto benissimo alla Roma e che fosse perfetto per giocare in Italia. Non so cosa sia successo, è un calcio diverso da quello sudamericano. Neanche io giocai benissimo il primo anno, non mi posizionavo bene e non capivo bene cosa voleva l’allenatore. A Viña è mancato qualcuno che lo aiutasse a cambiare il modo di giocare in Europa rispetto al Sudamerica”.
Hai lavorato con Zeman, Andreazzoli, Garcia, Spalletti e Di Francesco. Come spieghi il flop di Garcia al Napoli?
“Sono due allenatori diversi. Io ho fatto una delle migliori stagioni della mia carriera con Garcia. Penso che fuori dal campo Rudi sia quello che gestisce meglio gli spogliatoi, magari Spalletti è quello che con i giocatori è un po’ più duro, ma dentro al campo lui è forte”.
Giocare a Cagliari è il miglior posto per giocare a calcio?
“Cagliari è bella ma l’atmosfera di Roma è diversa, un’atmosfera come quella dell’Olimpico non c’è in Italia”.
È sfumata la trattativa per Marcos Leonardo che è andato al Benfica, è un crack che la Roma ha perso?
“Secondo me sì, non avevo pensato al paragone con Lautaro, ma ha le sue stesse caratteristiche, sono curioso di vedere cosa farà in Europa”.