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VERONA-ROMA SOTTOPASSAGGIO. Cengiz Üngol

di Paolo MARCACCI – Ci dispiace sempre quando qualcuno interrompe il minuto di silenzio, qualunque colore abbia addosso; del resto son tutti riflessi, piccoli e grandi, di un’Italia sempre più maleducata e irragionevole, come quotidianamente riferisce la cronaca. 

Metaforica lama nel buio, in una giornata di sole pieno, il sinistro fulmineo e velenoso di Ünder, che magnificamente prepara la conclusione e ancora meglio la indirizza verso l’angolino basso alla sinistra di Nìcolas che capisce l’antifona dal momento in cui vede – si fa per dire – la palla partire.

Bastano un paio di veroniche di Dzeko e un’apertura coi giri contati del “nuovo” – in quanto vecchio come collocazione sulla trequarti – Nainggolan per capire che la cifra tecnica dei giallorossi è talmente superiore che i giallorossi alla mezz’ora non dovrebbero essere soltanto in vantaggio, ma che sul Verona dovrebbe addirittura grandinare. 
Nel frattempo, il direttore di gara Michael Fabbri ammonisce Caracciolo e Fares nel Verona e proprio Nainggolan, diffidato, nella Roma: salterà il Benevento, poteva andar peggio. 
Il raddoppio è sempre lì, che ballonzola nell’area piccola degli uomini di Pecchia; manca più volte il guizzo finale e, in un predominio perenne, bisogna dire che l’accelerazione decisiva nei venti metri finali è la grande assente. Al minuto 37 Nìcolas deve uscire coi piedi su Dzeko, che oggi più di una volta costruisce l’azione e poi si presenta a concluderla. 
Strootman frangiflutti, a volte senza molta collaborazione in copertura. 
Calano i giri della Roma nel finale del tempo; forse è troppo presto per gestire. 
Senza recupero alcuno Fabbri dice che può bastare, per i primi 45′: zero a uno sul tabellino, molto di più in quanto a predominio e possesso palla, ma se li porta via il vento senza i gol che danno loro sostanza.
Roma subito in avanti, Dzeko a una virgola dal raddoppio, dopo un bel controllo. 
In quattro minuti accade di tutto, complessivamente a danno della Roma: fallo di Büchel, ammonito, su Ünder; quindi espulso Pecchia dalla propria panchina per proteste; al minuto 50 fallo da dietro e in ritardo di Pellegrini su Matos: rosso diretto e giallorossi in dieci. Vibra per le imprecazioni di Di Francesco la panchina romanista. 
Comincia un’altra partita, ora? Molto dipende da quanto e come Fabbri riuscirà a contenere l’accresciuto tasso di nervosismo. I gialloblù sanno che le provocazioni potrebbero far la differenza a loro vantaggio.
Agonismo disordinato, Roma che punta a riprendersi il pallino del gioco nonostante l’inferiorità; Calvano per Valoti nel Verona al minuto 68. Minuto 70, Gerson per Ünder, via via svanito dalla contesa: equilibrio e conservazione di palla per il finale. 
Subito dopo, Lee per Aarons nel Verona. 
Occasionissima per Dzeko, su passaggio di…Nìcolas, che poi si riscatta con la risposta. 
A un quarto d’ora dalla fine prende corpo il forcing veronese, sulla spinta del pubblico del Bentegodi. Perotti rileva El Shaarawy, anche lui evaporato sotto il sole veronese, al minuto 78. 
Alto un sinistro di Nainggolan al minuto 86; prendiamo spunto per chiederci, del resto non è la prima volta, per quale motivo nella Roma non si tenti più spesso la conclusione dal limite. 
Squadre stanche, nel finale, Roma forse esausta. Spunto di riflessione ben noto agli osservatori. Il visionario pubblico veronese, in un afflato shakespeariano, vede un inesistente fallo di mano di Gerson in area e un fallo da rigore dopo un minuto. Il sole, forse.
Defrel per Dzeko, negli ultimi 2′ di tempo regolamentare. 4′ di recupero. 
Souprayen per Büchel nel Verona. 
Fazio ovunque, oggi, fino all’ultimo cross.
Gran percussione di Defrel sul lato sinistro, palla al centro per Strootman, solo: schiaffo di Nìcolas in angolo. 
Finisce così, coi tre punti abbarbicati all’unico gol di Ünder. 
Ora bisogna proseguire, continuando a ritrovarsi: è delittuoso stare ancora dietro a Spalletti e alle sue talpe. 
 
 
 

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