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Obrigado Josè!

EDITORIALE – Alla vigilia della trasferta in Emilia ancora una volta Josè Mourinho chiama e la squadra prontamente risponde. Una partita vecchio stampo durante la quale i giallorossi gettando il cuore oltre gli ostacoli rappresentati dalle oggettive difficoltà difensive, una notevole dose di sfortuna oltre a un ambiente sempre più ostile dentro e fuori il raccordo anulare.
Sicuramente questa Roma non è la squadra più forte del campionato ma di certo è quella più empatica, capace di riempire con puntualità l’Olimpico, portare 5000 tifosi a cantare e gioire sulle tribune del Mapei Stadium e, non ultimo, in grado di creare evidenti problemi epatici a tutti coloro ci vogliono male. Qualità non indifferente a chi ha i nostri colori nel cuore e ne rivendica con orgoglio la storia.

Una storia nella quale, ancora una volta, è dovuto arrivare qualcuno da lontano per ricordarci chi siamo e qual è il nostro posto nel movimento calcistico italiano. Ad oggi non è dato sapere come finirà questa stagione e quale sarà il futuro del tecnico portoghese il cui nome, in ogni caso, resterà impresso negli annali romanisti non solo in virtù dei risultati sportivi conseguiti ma, cosa forse ancora più importante, per averne risollevato lo spirito dopo anni di mediocrità emotiva.
Obrigado Josè!

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