Dybala e panchina lunga: l’Olimpico impazzisce di Joya
Una prestazione piena di tante cose belle, una vittoria che proietta la Roma al quinto posto in classifica, a tre lunghezze dal Napoli quarto. Dybala, un assist e un gol, determina il risultato. Quinto successo all’Olimpico (su 7 gare) per la squadra di Josè Mourinho, osannato in maniera fortissima dai tifosi, che in casa viaggia alla media 2,29 punti a gara. Mou sfrutta a dovere gli abbondanti cambi (Celik, Aouar e Belotti restano in panchina) e porta a casa tre punti meritati e pesanti (Atalanta e Fiorentina scavalcate). La rosa, quindi, c’è e vale? Si attendono conferme.
Roma in assoluto controllo del gioco nella prima frazione e sistematicamente piazzata nella metà campo friulana. Ai suoi ritmi, certo; con il suo singolare modo di fare calcio, ma senza mai rischiare qualcosa in fase di non possesso. Con coperture preventive ben organizzate e accurata capacità nell’arrivare prima sulle seconde palle. Una Roma molto attenta a far girare la palla dal basso per tentare di trovare la giocata in verticale soltanto al momento opportuno. Non uno spettacolo di calcio, ma un modo redditizio di giocare al calcio. Possesso palla non sterile (69%) ma finalizzato a controllare la situazione e a offendere appena possibile, cioè quando l’Udinese offriva lo spazio giusto per farlo.
Il gol di Mancini (il suo secondo in campionato, l’ottavo di testa in assoluto) da azione di palla inattiva (assist di Dybala) e altre occasioni sfumate per la mancanza di una giusta “cattiveria” al momento di far male all’avversario a certificare la superiorità romanista. Una curiosità sul gol di Mancini: il difensore, nel momento in cui Dybala si è portato sul pallone per la battuta, era a dissetarsi vicino alla propria panchina. Il campione del mondo l’ha chiamato, l’ha aspettato e poi gli ha piazzato la palla sul capoccione.
Nulla che potesse far presagire un avvio di ripresa scriteriato e giocato davvero male. Come se si fosse spenta la luce. Il gol del pareggio di Thauvin alla prima vera occasione friulana ha portato Mourinho a effettuare un paio di cambi (fuori Spinazzola e Pellegrini, dentro El Shaarawy e Azmoun) ma ciò che non è cambiato immediatamente è stata la sostanza della partita, con la Roma molto meno sicura di se stessa e delle proprie giocate. Poi, però, è ripartita. Dentro Bove e Zalewski (per Paredes e Karsdorp): la svolta, i cambi giusti di Mou per una volta ricco di opportunità panchinare. Giocata verticale del numero 52, scambio corto e rapido Azmoun-Lukaku e pallone magicamente sul sinistro di Dybala, solo soletto in area friulana e preciso nel superare Silvestri in uscita. Undici passaggi di fila per far arrivare il pallone all’argentino. Che dà vita a un’esultanza polemica a zittire chi, a suo dire, parla troppo e male. Gol numero 4500 della storia della Roma, per la cronaca.
Dybala subito fuori, dentro Kristensen e in chiusura terzo gol romanista con El Shaarawy, servito con il contagiri dal solito Bove, con il suo classico destro a giro sul palo lungo.
ottimo Mimmo
mi manca da morire ascoltarti per radio considerando che i miei figli rientrando a casa la prima cosa che chiedono è: Ao che dice Mimmo. Luca da Stoccolma