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Vincere malgrado tutto…

DIVAGAZIONI ROMANISTE di Franco BOVAIO – Tra poco meno di un mese, il 23 ottobre, saranno quarant’anni dal giorno in cui la Curva Sud, in occasione del derby di andata del campionato con lo scudetto sul petto 1983-84, espose lo striscione più bello, più sentimentale, più tutto che una tifoseria può realizzare per la propria squadra: TI AMO. Cosa dire di più a quella che è l’amore di tutta la vita, l’amore che non si cambia mai? Nulla. Ed è stata la curva della Roma, il Commando Ultrà Curva Sud ad idearlo e scriverlo, a testimonianza di un amore incondizionato come è (o dovrebbe essere) quello di un tifoso per la propria squadra. Indipendentemente dai risultati e da ogni altra situazione.

Sotto quello striscione magnifico e unico, come erano i tifosi della Roma di allora, ne venne esposto un altro: Una fede, una volontà, un traguardo … vincere malgrado tutto. Esattamente quello che deve fare la Roma contro l’Empoli, che va battuto in ogni modo lecito e possibile. Malgrado le polemiche di molti tifosi verso Mourinho (si, da queste parti riusciamo a mettere in discussione anche lui). Malgrado i fischi preventivi (che non vanno mai bene) a Rui Patricio o a qualche suo compagno. Malgrado i tanti tifosi di moda che riempiono lo stadio al posto di chi soffre per la squadra come se si trattasse di un parente malato, perché oggi il calcio è più spettacolo che sport e attaccamento viscerale ai propri colori, senso d’identità, appartenenza. Malgrado gli infortunati, che sono sempre troppi, ma forse anche inevitabili se si continuano a prendere giocatori reduci da malanni muscolari o articolari ancora non completamente superati. E malgrado anche quell’SPQR scritto sulla maglia, che è bellissimo, molto identitario e degno della squadra che porta il nome e i colori della città, ma pure un po’ indiziato di portare sfortuna.

Perché battendo l’Empoli la Roma si rimette in carreggiata, scavalca la Lazio tanto incensata dopo la vittoria di Napoli (secondo noi nfiglia più delle colpe di quest’ultimo che dei meriti laziali) e comincia finalmente a giocare quel campionato che, finora, non ha ancora iniziato.

Perché quando la Roma non vince il vero tifoso non fa spallucce, ma soffre e ci sta male, perché è “romapatico” esattamente come noi che stiamo scrivendo.

Forza Roma, dunque e se siamo davvero romanisti compattiamoci ed eliminiamo le polemicucce di parte e le stupide ironie da social, che alla squadra non fanno per niente bene e a noi neanche. Perché della Roma non si ride, della Roma non di discute. Perché la Roma si ama.