ACCADDE OGGI… 18 agosto: 2023. 1 anno fa ci lasciava Carlo Mazzone
Un anno fa ci lasciava il grande Carlo Mazzone, ex calciatore ed ex allenatore di calcio di numerose squadre italiane, comprese Roma, Brescia e Bologna. Conosciuto con il soprannome di Sor Carletto per via del caratteristico e spiccato accento romanesco, nella memoria di tutti gli sportivi c’è la corsa cotto la curva durante la partita Brescia-Atalanta 3-3 del 30 settembre 2001. «Ho fatto 795 panchine in serie A e va a finire che verrò ricordato per quella corsa», disse allora il tecnico romano. «La rifarei. Perché i cori che l’avevano preceduta erano stati la cosa peggiore che si può sentire: la mamma è la cosa più importante», aggiunse in un’intervista celebrativa per il suo 80esimo compleanno.
Per ricordarlo al meglio, ripubblichiamo la “Divagazione Romanista” del nostro amico Franco Bovaio…
DIVAGAZIONI ROMANISTE di Franco Bovaio – La notizia della scomparsa di Carlo Mazzone mi infligge un colpo al cuore. Perché lo conoscevo bene, anche se era un po’ che non ci sentivamo. Ogni telefonata con lui era uno spasso. “Te ricordi quel derby … aho, ce davano tutti pe’ sconfitti, invece …”. Già, invece e che gioia che provasti e che tutti noi provammo con te. Perché te la meritavi quella vittoria Carle’, vecchio interprete di un calcio che non c’è più e che, forse, ti ha apprezzato poco per quel gran tecnico che eri.
“Mi dicevano difensivista. Ma se la mia Roma giocava con due punte più Giannini, Cappioli e Moriero, con Carboni che attaccava sulla fascia più che difendere, mi dici te che difensivista ero?” Mi ripeteva. Già, come darti torto?
Per ricostruire la Roma il presidente Sensi si affidò a te, perché fra romani vi capivate meglio. E tu assumerti l’incarico con orgoglio “anche svela che la palestra di Trigoria, con quelli prima, era diventata il deposito delle mele” mi dicevi. Fu in quei giorni che ci conoscemmo ed entrammo subito in confidenza, come spesso accade tra noi romani.
Mi raccontasti della tua Trastevere e di quella zia che ancora non eri tornato a trovare nelle tue passeggiate notturne che partivano e finivano all’hotel Cicerone, dove alloggiavi. E mi parlavi della tua Ascoli e delle vacanze al mare a San Benedetto del Tronto, invitandomi sempre a venire a mangiare le olive ascolane o una bella frittura di pesce, specificando, come se ce ne fosse bisogno: “Aho, sei ospite mio, mi raccomando”. Io, pigro come tutti i romani, non sono mai venuto e ora so che quelle olive e quelle fritture me le dovrò mangiare da solo.
Ma il rammarico più grande non è certo quello, bensì il fatto che non potrò più fare quelle belle telefonate che ultimamente non ti facevo più per non disturbarti e ascoltare, così, i tuoi ricordi del bel calcio che fu. Ciao Carle’, sei stato un grande e ti ho voluto molto bene.