STORIE GIALLOROSSE… Omari, Omari
di Franco BOVAIO – “Oi Mari, oi Mari, quanto suonno ca perd’ pe’ te” recita una strofa di una celebre canzone napoletana alla quale nell’inverno del ’96 provammo ad ispirarci per incitare il neo acquisto della Roma Omari Tetradze. Il primo georgiano della storia giallorossa (e ad oggi anche l’unico) che fu pagato 2 miliardi delle vecchie lire dal presidente Sensi per regalarlo a mister Carlos Bianchi.
Terzino destro, ben piazzato fisicamente, ma non molto tecnicamente, deluse le aspettative al contrario di Candela, che arrivò insieme a lui in quel mercato di riparazione del gennaio ’96. Tanto che nel suo primo campionato alla Roma giocò solo 8 partite e passò alla storia per lo spettacolare quanto sfortunato autogol in sforbiciata al 90’ di Roma-Reggiana 2-2. Poi una lunga serie di infortuni al ginocchio lo costrinse a farsi vedere più in tribuna che in campo e lui, con molta onestà, nella primavera del ’99 chiese la rescissione del contratto per non pesare ulteriormente sulle casse societarie. Un gesto onorevole che gli va riconosciuto per sempre.
Così “Omari Omari” fu solo una meteora nell’universo giallorosso, dal quale uscì con un soprannome che si rifaceva al suo cognome: “Tre Tazze”.
L’arrivo, oggi, di un altro terzino, Kristensen, ha rinnovato la lunga storia degli esterni di difesa in giallorosso e ci ha riportato alla mente la vicenda del georgiano onesto, sfortunato e triste, del quale serbiamo comunque un bel ricordo per tutto quello che vi abbiamo raccontato.