RASSEGNA STAMPATOP

Siviglia, chi si rivede: Monchi e Lamela

(IL MESSAGGERO) C’è la storia di un combattente della vita, un biscagliano di 61 anni, arruolato dal Siviglia il 21 marzo con la squadra ai limiti della zona retrocessione e ora, bastonati Manchester United e Juventus, approdata alla settima finale di Europa League del club andaluso, bilancio sei successi su sei: José Luis Mendilibar, ex Eibar, Alaves, Levante, Osasuna, Valladolid, Athletic, Lanzarote. Oltre 500 panchine nella biografia di questo ex mediano, ma è nelle ultime dodici che è diventato protagonista: otto vittorie, tre successi e un ko con i “figaro”, risaliti in Liga e ora lanciati verso l’ultimo atto di EL a Budapest, contro la Roma.

Saranno 15.334 i tifosi al seguito. Il presidente José Castro ha promesso ai 5 mila che usufruiranno dei charter organizzati dal club un bonus di 200 euro a testa: 1 milione di contributo. Castro ha già alzato la voce: «In EL giocano gli squadroni, ma poi vince sempre il Siviglia. Noi non ci arrendiamo mai». Mendilibar è una scelta di Monchi, il grande ex insieme a Erik Lamela, firma del successo sulla Juve. Monchi a Roma ha combinato disastri – l’operazione Pastore bruciò l’incasso della vendita di Alisson, fallimentare anche l’operazione Nzonzi -, ma a Siviglia è tornato in alto.

Mindilibar è il terzo manager stagionale dei “figaro”, dopo Lopetegui e Sanpaoli. Ha una visione moderna del calcio, pratica il 4-2-3-1 e andò un giorno a studiare Mourinho al Real: «José è un vincitore nato, capace di restare al top anche cambiando diverse squadre». Il suo contratto scade il 30 giugno, ma si è già guadagnato la conferma. Budapest sarà una rimpatriata allargata: Suso (Milan) e Gomez (Atalanta) sono vecchie conoscenze. L’ex Barcellona Rakitic (35 anni), l’ex Manchester City Navas (37, capi- tano) e il brasiliano Fernando (35) sono le querce del Siviglia, ma la pedina decisiva per la risalita è stato il francese Badé, acquistato a gennaio: ha sistemato la difesa. Un mix giovani e anziani: cocktail pericoloso.