Roma in finale di Europa League, ultimo atto a Budapest col Siviglia
(IL TEMPO) Tutti a Budapest!! Cuore, coraggio, tanta perseveranza e soprattutto una sofferenza infinita. Ma la Roma tiene e scrive un’altra pagina incredibile della sua storia guadagnandosi il biglietto per la finale di Europa League grazie al gol all’ Olimpico di Bove e al pareggio a reti inviolate conquistato con i denti ieri sera a Leverkusen. Il 31 maggio a Budapest la finale sarà Roma-Siviglia visto il successo ai supplementari degli spagnoli sui bianconeri di Allegri.
Sfuma così la finale tutta italiana, ma c’è bello grosso il segno di Roma su questo penultimo atto: il Siviglia è la squadra dell’ex Monchi e il gol decisivo che ha tagliato le gambe alla Juve è stato segnato da Lamela, altro ex giallorosso doc. Era la Roma di Baldini e Sabatini, una vita fa. Mourinho centra così la seconda finale di coppa europea in due anni: una roba che solo uno come lui può fare, tanto più in una piazza come Roma. E chiaro che i giallorossi non hanno ancora vinto nulla, ma già il fatto di poterla giocare una partita così ha un significato che va ben oltre il trofeo stesso.
A Leverkusen la squadra ancora decimata dagli infortuni fa l’unica cosa che può fare: difendersi. Mourinho non rischia e mette dentro solo quelli «sicuri»: ci sono Pellegrini e Matic, non Smalling, Wijnaldum e Dybala. In difesa confermato Cristante al centro con Ibanez e Mancini al suo fianco. Sulla fascia parte Spinazzola che dura mezz’ora eppoi si ferma per un problema muscolare: dentro Zalewski. In attacco ancora Abraham e Belotti. Alonso parte a testa bassa, ha voglia di rimontare il ko dell’andata all’Olimpico e va a mille. La dinamica della partita è presto detta, Bayer all’attacco e giallorossi chiusi li dietro a difendersi dopo il primo e unico tiro in porta di Pellegrini due minuti dopo il fischio di avvio dell’arbitro Vincic.
Il resto è fatica e sofferenza, tanta sofferenza con la Roma alle corde che perde altri pezzi pesanti (fuori per infortunio oltre a Spinazzola anche Matic), resta però in vita e non molla, seppur tramortita, fino al 98′ quanto arrivano i tre fischi liberatori che fanno scattare la festa giallorossa. Grande capitan Pellegrini vero trascinatore, così come Matic divenuto ormai insostituibile. Eppoi che gioia per Mou & Co. poter rivedere in campo Smalling: ora con lui tutto è possibile. E il riscatto di un gruppo che forse se avesse avuto un pò di fortuna e soprattutto qualche infortunio in meno (o magari una rosa più ampia), avrebbe potuto fare molto di più anche in questo campionato anomalo che ha lasciato porte aperte a tutti fino alle ultime giornate. Ma quella è un’altra storia e adesso bisogna pensare solo alla coppa.
Ora tutti a Budapest perl’ultimo atto di una competizione che resta l’unica via percorribile per la Roma di accedere alla Champions League della prossima stagione. Non è finita, manca un ultimo strappo, quello decisivo però questa squadra ha dimostrato, anche senza tanti titolari di poter dire la sua, di saper soffrire e riuscire a buttar giù tutti i gufi appollaiati sul trespolo… e ce ne erano tanti. Comunque il segnale è chiaro: tre italiane nelle tre coppe europee… qualcosa vorrà pur dire.