PAGELLARIO di Franco BovaioCOPPE EUROPEETOP

BAYER LEVERKUSEN-ROMA 0-0. Il “Pagellario” di Franco Bovaio

Vamos a Budapest Roma. Vamos con Mourinho (9), che in due anni porta la squadra due volte consecutive ad una finale europea perché è lui lo Special One, il segreto dei successi di questo gruppo di giocatori che ha trasformato in una branco di lupi affamati che tutti hanno paura ad affrontare. Vamos con Mancini (8), Pellegrini (8), Ibanez (8) e Cristante (8), le anime di questa squadra che non molla, che non si arrende mai, che lotta su ogni centimetro di terreno come vuole il suo allenatore. Vamos con Rui Patricio (8), che stasera ha parato tutto ed è anche uscito dai pali tutte le volte che serviva e doveva. Vamos con Celik (7), che gioca fino a quando non ne può più, pure da infortunato, pur di non lasciare i suoi compagni nella sofferenza e vamos con Bove (8), che gioca bene ovunque, anche al posto di Celik, nel ruolo di esterno destro, dopo aver lottato come un “cane malato” su ogni pallone. Poi vamos con Zalewski (7), che non gioca bene fino agli ultimi, infiniti, dieci minuti, nei quali respinge tutto e le prende tutte. E vamos anche con Abraham (5), che lo possino … Ci mette tutto quello che ha, ma porca misera non tiene una palla e sbaglia le scelte tattiche nel finale, quando invece che tenere il pallone lo perde provando a fare dribbling improbabili. Meglio Belotti (6), che lotta su ogni pallone, prende un sacco di calci ed esce nell’intervallo perché non ce la fa più, lasciando il posto ad uno Wijnaldum (6) che ci prova, ma ancora non c’è, però ci mette l’intelligenza tattica. Spinazzola (6) si vede che soffre fin dall’inizio, ma prende la sufficienza perché dà il massimo così come Smalling (6), al rientro da menomato. Poi c’è Matic (9)… Già, Matic. Un gigante in mezzo al campo, in difesa, ovunque. A respingere palloni, costruire, giocare e rigiocare. Che calciatore, ragazzi!

Vamos a Budapest, il 31 maggio. A vincere! Perché Mourinho è un vincente.

Alla faccia di chi ancora lo critica o di chi, quando è arrivato a Roma, diceva che era bollito. Forse i bolliti erano loro, non lui. Vamos!