PAGELLARIO di Franco BovaioCAMPIONATOTOP

BOLOGNA-ROMA 0-0. Il “Pagellario” di Franco Bovaio

È chiaro che la priorità del prossimo mercato della Roma sarà quella di trovare un attaccante vero, di quelli che la buttano dentro spesso e volentieri. Perché i due che ha quest’anno, insieme, non ne fanno uno buono, come ha confermato anche la partita di Bologna. Belotti (4,5) si impegna, certo, ma si mangia un gol intruppando un pallone che invece avrebbe dovuto calciare in porta con tutto quello che aveva in corpo, sfruttando lo splendido assist che gli aveva fatto Solbakken (6,5), protagonista di un affondo in solitaria perfetto e di una buona partita.

Abraham (5) è stato evanescente come al solito e, quando ha avuto l’opportunità, ha appoggiato di testa il pallone a Skorupski anziché colpirlo con la cattiveria che si chiede a chi fa il centravanti. E se davanti non hai uno che tiene il pallone, che lo tira in porta come si deve, che fa l’attaccante non vai lontano e partite così le pareggi anche se puoi vincerle. Perché non c’è sempre il difensore o il centrocampista che segna e ti salva. A Bologna, ad esempio, anche Bove (5,5) ha fallito il gol di testa lisciando il pallone e per questo non prende la sufficienza, che invece meritano Celik, Zalewski, i subentrati Mancini e Pellergini, l’esordiente Missori, il redivivo Wijnaldum.

Un po’ di più (6,5 a tutti) per Svilar, sicuro e deciso, con tanti palloni bloccati, come deve fare un portiere; Cristante, eccellente anche come centrale dei centrali di difesa; Tahirovic, sempre lucido e preciso, un regista vero di un centrocampo a tre, non a due; Ibanez, che quando è concentrato è insuperabile. Insufficiente Camara (5,5), che corre tanto, si impegna, ma è troppo grezzo tecnicamente; ingiudicabile Matic, che gioca troppo poco. A Mourinho (6,5) sufficienza piena per la coesione di gruppo che ha creato e per come ha gestito i pochi giocatori che gli sono rimasti in vista di Leverkusen. Di Orsato, che è un eccellente stimolatore di parolacce per tutti i romanisti, è meglio che non scriviamo niente. Preferiamo sorridergli, come ha fatto Mourinho …