Con Mourinho, più forti della sfortuna
di Franco BOVAIO – Stringiamci a coorte … che di momenti così romanisti come quello che stiamo vivendo dalla fine della partita con il Milan ne abbiamo vissuti tanti e sappiamo come si fa ad uscirne fuori. Stringendoci uno all’altro, attaccandoci al nostro orgoglio giallorosso, affidandoci al comune sentire romanista, che non nasce dalle vittorie, ma da un senso di appartenenza che con Mourinho è stato riscoperto. Anche dai calciatori. Perché è su questo spirito identitario, su questo senso di appartenenza che il mister ha sempre fondato le sue vittorie. Qui, oltre a tutto quello che ha conosciuto in tanti anni di carriera gloriosa, Mourinho sta scoprendo un’altra cosa per lui insolita, anche perché molto romanista: l’atavica sfortuna che è stata sempre compagna della squadra che porta il nome e i colori della Capitale, che è figlia del popolo, nata per il popolo e amata come poche altre al mondo.
Una sfortuna che quest’anno si sta materializzando nei pali (30, finora, nessuno ne ha colpiti di più in Europa) e negli infortuni, che danno fastidio ancora di più, perché ogni volta che ci possiamo giocare qualcosa di importante arrivano puntuali ed inesorabili. E colpiscono spesso i migliori, quelli dei quali non puoi fare a meno o quei calciatori che giocano tutti nello stesso ruolo. Come possiamo vedere con gli stop del titolare Smalling, della riserva Llorente e della riserva della riserva Kumbulla. Per non parlare di Belotti, vittima di un infortunio che in più di cinquant’anni di calcio abbiamo sentito nominare per la prima volta. Ecco, ora anche Mourinho sta conoscendo e facendo i conti con questa faccia della nostra storia. Ma siamo sicuri che saprà trovare i rimedi per farci superare indenni questo momentaccio e portarci nel modo migliore alla sfida delle sfide di questo finale di stagione: la doppia semifinale con il Bayer Leverkusen!