Angelino, il suo libro e i suoi “figli”
di Franco BOVAIO – Dietro ai calciatori c’è tutto un mondo di uomini che lavora quotidianamente per metterli in condizione di giocare al massimo delle loro possibilità. In questo universo parallelo un ruolo di primaria importanza lo svolgono “i massaggiatori”. Nella Roma il loro capostipite è stato Angelino Cerretti, che c’è stato per più di quarant’anni, fin dalla nascita della società, 1927, portato proprio da Italo Foschi, che lo aveva conosciuto al Pro Roma. Dove Angelino aveva iniziato la professione dopo aver giocato.
A lui Massimo Izzi, Massimo Germani, Paolo Arcangeli e Walter Guglielmo hanno dedicato un libro meraviglioso patrocinato dall’AS Roma, nell’occasione rappresentata dal responsabile dei rapporti con la comunità Francesco Pastorella e da quello dell’archivio storico Gabriele d’Urbano che ho avuto l’onore di presentare venerdì 10 marzo a Testaccio, nell’Aula Magna della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Nel giorno in cui Angelino avrebbe festeggiato il suo 121mo compleanno. Un libro su di lui presentato proprio a pochi metri da quel Campo Testaccio che era la sua vera casa, come hanno ricordato alcune glorie giallorosse del passato come Luciano Tessari, Alberto Orlando e Giampaolo Menichelli. Che hanno anche sottolineato all’unisono come Cerretti fosse per tutti loro calciatori “un vero papà, che ti dava sempre i consigli giusti”. Presenti anche molti parenti e discendenti di calciatori e presidenti romanisti del passato, in rappresentanza dei quali ha parlato la figlia del grande Fulvio Bernardini, Mariolina.
Con i suoi insegnamenti sono cresciuti i suoi successori nel ruolo: Roberto Minaccioni e Giorgio Rossi. Per uno strano caso del destino il primo era nato proprio il giorno dopo, ma di un altro anno, del suo maestro Cerretti: l’11 marzo. Ed è stato quello che gli è succeduto direttamente. Proprio come Cerretti anche Minaccioni si schierava sempre insieme alla squadra nella classica foto che si scatta prima di ogni match e come lui indossava sempre la mitica tuta rossa con la scritta in corsivo “AS Roma” sul lato sinistro del petto. Sopra al cuore. Perché come Cerretti anche lui portava la Roma nel cuore.
Amore che li accomuna al terzo protagonista del nostro racconto, il mitico Giorgio Rossi, successore di Minaccioni alla fine degli anni ’70. Tra i tanti calciatori che sono passati sotto le sue sapienti mani ci sono stati tutti quelli di due “Rome” Campioni d’Italia: quella del 1983 e quella del 2001. Giorgio Rossi amava ricordare sempre il suo rapporto speciale con De Rossi, che era “Come quello che c’è tra padre e figlio”, diceva.
Ognuno di loro, nel corso della sua lunga militanza romanista, ha raccolto le confidenze degli atleti che sono passati sotto le sue mani. Perché il massaggiatore (ci scusino quelli di oggi, ma a noi piace chiamarlo ancora e affettuosamente così) è il vero confessore dei calciatori, che quando sono sotto le sue cure gli raccontano le proprie paure, le proprie ansie, le proprie gioie e, in sostanza, tutta la propria vita (chi ha giocato a calcio sa di cosa parlo). Il massaggiatore è quello che ti rimette in sesto i muscoli se non li hai al massimo della forma o che ti aiuta a recuperarli dopo un infortunio e un’operazione. Con lui ogni calciatore passa ore e ore della sua carriera. Lui è quello che, se prendi una botta nel corso della partita. ti aiuta a rimetterti in piedi E’ quello che sta sempre con i suoi giocatori, che li coccola come se fossero dei figli. Come faceva Cerretti e come aveva insegnato a fare anche a Minaccioni e a Giorgio Rossi. Protagonisti indelebili della storia della nostra Roma.