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CREMONESE-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI

Nella città dei torroni e dei violini, la Roma era chiamata a eseguire lo spartito della propria superiorità tecnica per gustare la dolcezza di altri tre punti. 

Dalla formazione iniziale si capisce subito che Mourinho vuole sistemare subito la questione, con Dybala dall’inizio e Wijnaldum, con Belotti di punta. 

Dai primi palloni sbagliati in serie da Zalewski si capisce che la Roma è quantomeno appannata, il che ci può stare dopo il Salisburgo, anche se oggi è martedì. Inammissibile sarebbe invece se, eventualmente, gli uomini di Mourinho avessero preso sotto gamba l’impegno. 

Al termine del primo tempo la Roma è sotto, anche per un concorso di colpa tra Zalewski e Rui Patricio. 

A fine primo tempo, Roma inguardabile. 

Oltre l’ora di gioco, squadra che Mourinho, nel frattempo espulso, rivolta come un guanto, e si vede quasi subito. 

Grazie a un infortunio tecnico della Roma la Cremonese era passata in vantaggio; grazie a una giocata tecnica intelligente la Roma ha pareggiato: lancio con i giri contati di Mancini, aggancio e rasoterra millimetrico di Spinazzola a fil di palo. 

È bastato? No, perché la Roma scompare di nuovo nonostante mezza squadra con le gambe fresche: rigore quasi autoprocurato, data la distrazione difensiva, realizzazione di Ciofani. Tutto il resto è caos, con l’epilogo di una sconfitta imbarazzante e pregiudicante, nonché assolutamente inaspettata. Ora, negli scontri diretti, gli altri avranno due risultati su tre, se non perdono qualcosa per strada anche loro.