STORIA DI IERI di Diego AngelinoCOPPE EUROPEETOP

SALISBURGO-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – La storia della Roma è piena di partite che meritavi di vincere e ti vedono, invece, uscire sconfitto. Questa disturba molto perché avresti potuto gestire il ritorno di coppa: dovrai, al contrario, dare fondo a tutte le tue risorse (poche, in termini di rosa) per cercare di passare il turno.

Primi 20′, ho sentito in telecronaca, di Roma in sofferenza e di Salisburgo che tira in porta: mi spiace, ma si confonde la sofferenza con una serena organizzazione difensiva, che rende innocuo l’avversario concedendogli solo tiri senza pretesa alcuna.

Tanto che sei tu che dovresti andare in vantaggio, quando un altro bel pallone di Cristante – dopo quello per Dybala in Roma-Empoli – meriterebbe la finalizzazione: Abraham fa quasi tutto bene (poteva darla ad El Shaarawy?); Kohn fa una paratona.

Fatto sta che resti in controllo del match, seppur sullo 0-0. I tre difensori attenti e puntuali; Cristante in una delle migliori serate della stagione; Zalewski benino, El Shaarawy bene; Matić un po’ impreciso per i suoi standard; Dybala affaticato e sottotono; Pellegrini ancora non sufficiente ma un ulteriore passo avanti dopo Lecce.

Entra Celik e ne azzecca poche; Wijnaldum qualche minuto in più di Lecce per ritrovare confidenza; Belotti reattivo e vicino al goal, con ancora Kohn protagonista.

Su quella traversa, si concentrano i primi brutti pensieri, concretizzatisi nel goal di Capaldo, di cui Matić perde l’inserimento (con Pavlovic troppo libero di mettere il cross).

Mourinho poteva fare altro? Suggerisco lettura della (giovane) panchina romanista per capire come per l’allenatore portoghese la strada, quando si tratta di schierare l’11 migliore, sia piuttosto stretta.

Non ce ne voglia Pinto, che invidia la gestione austriaca di cessione dei giovani e di loro rapida sostituzione: ma noi, soprattutto con Mourinho in panchina, preferiremmo un altro tipo di modello, avendo già sentito parlare 10 anni di valorizzazione dei giovani, corrispondente a numero di trofei 0.