ROMA-BOLOGNA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
Sembra passata una vita, dall’ultima volta; da quella sofferta partita contro il Torino. In un certo senso, è vero: una Coppa del Mondo sullo sfondo, un dibattito serrato sul reale valore della Roma in primo piano. Le risposte non potrà che darle il campo, sperando che siano migliori di quelle fornite fino alla fine del
2022.
Nel frattempo, un quesito filosofico, anche alla luce dell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello
Sport da Tiago Pinto: è più realistica la filosofia del Direttore Generale, che non prescinde da alcun parametro, a cominciare da quelli finanziari, o quella di Mourinho, compattatore ineguagliabile di una tifoseria che lo ricambia col diciottesimo sold out di fila, a prescindere dai risultati? Potrebbe sembrare una domanda retorica, ma assicuriamo il lettore che non lo è.
Senza Mourinho fisicamente in panchina, le incognite aumentano, circa l’approccio della Roma a questa specie di prima di campionato; inoltre da più di un senatore dello spogliatoio adesso ci si aspetta una seconda metà di stagione senza più tentennamenti dal punto di vista prestazionale.
Abraham in panchina e Tahirovic dentro; una diversa idea di pacchetto mediano, con la difesa che rimane a tre, per ora.
Diciamo che, alla fine dei primi 45’, la Roma lascia la sensazione di essere appesantita e di produrre gioco con fatica. Potrebbe trattarsi di un non ultimato smaltimento del lungo richiamo di preparazione durante la pausa. Se Dybala è il pedale della frizione che si schiaccia con delicatezza, Zaniolo è la marcia alta che non entra. Fatto sta che a metà partita il bilancio è che la squadra giallorossa ha trovato il vantaggio, mai il dominio della partita, anche perché il Bologna ha opposto concretezza e una certa fluidità nelle fasi di transizione.
Giunti a metà ripresa, i tanti cambi non sembrano influire sull’efficacia della manovra romanista, fatta eccezione per Matic chiamato a congelare il pallone. Zaniolo non cela il disappunto al momento della sostituzione: per il fastidio avvertito al ginocchio o per il fatto che non ha mai inciso?
Finisce con i tre punti e con tanta, troppa fatica. Proprio per questo è una vittoria santa e benedetta, ma questa Roma non può bastare per alimentare velleità importanti. E non può bastare per un pubblico anche oggi grandioso.