ROMA-ATALANTA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Sono andato allo stadio con una flebile speranza: che la storia della Roma regalasse un altro epilogo rispetto a quello, scontato, che mi attendevo dopo l’esclusione di Nainggolan.
La Roma si è smarrita e fa male tutto ciò che, fino alla folle espulsione di De Rossi a Genova, ha fatto splendidamente. Il pressing alto è a intermittenza, l’avversario non va quasi mai in fuorigioco, la manovra è prevedibile.
A tutto ciò si aggiunge quel pizzico di sfortuna – mai una giustificazione – che non riesci a scrollarti di dosso: loro palo interno-goal e deviazione con cui Alisson è spiazzato; a te, su situazioni simili, palla a lato di un niente o che arriva tra le braccia del portiere.
Ieri, poi, sbaglia anche Di Francesco, per me soprattutto nel togliere Pellegrini, tra i migliori in campo. È vero che esagera con le punte (solo nei 15’ finali), ma il problema reale è che, per cambiare le partite, si trova costretto ad affidarsi a Under e Bruno Peres.
E qui chiamiamo in causa Monchi. Il quale, però, ci dice che “conosciamo la situazione economica della Roma”. Senza entrare nel dettaglio dei conti, sta comunque a lui – qualora davvero la società americana, ancora una volta, non avesse disponibilità per il mercato – trovare opportunità utili alla Roma.
Spaventano, inoltre, le parole di Strootman (“primo tempo vergognoso, non eravamo una squadra”) e lascia spiazzati l’assenza di cori o striscioni a favore di Nainggolan, al contrario insultato da qualcuno in tribuna a fine partita.
Non sorprende invece, purtroppo, la ripresa degli allenamenti prevista per lunedì 15 gennaio. Il Napoli, primo in classifica, concede i sei giorni minimi previsti dall’AIC ma Sarri ha già detto che i calciatori sono disposti a tornare un giorno prima.