STORIA DI IERI di Diego AngelinoCAMPIONATOTOP

ROMA-NAPOLI. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – C’è mancato poco: una Roma piena di difficoltà fisiche aveva quasi anestetizzato un avversario che al contrario, in questo momento della stagione, è al massimo delle sue potenzialità.

La Roma la gioca come deve: basta guardare gli score delle 10 precedenti vittorie –  consecutive – del Napoli per non avere dubbi che si debba contenere e ripartire, lasciando minor campo possibile all’avversario.

Il problema resta ancora la qualità delle scelte offensive, che costringono Meret al solo intervento per anticipare Belotti, sul cross di Zaniolo, nella ripresa. 

Perché Zaniolo stesso – ottimo per impegno, per carità – quando ha spazio per offendere effettua di rado la scelta più corretta; perché Abraham, dopo il break di Camara – tra i migliori – fa una cosa che non è né un tiro, né un assist per Pellegrini; perché il capitano, dopo respinta di Meret, appoggia troppo corto per Camara, che avrebbe potuto sicuramente calciare bene; perché Vina, nei minuti finali, toglie il pallone dal piede di Cristante, pronto a calciare in porta.

E se ciò che potrebbe diventare qualcosa di buono non riesci mai a trasformarlo in oro, contro un avversario forte – e a cui sta andando tutto bene – paghi dazio.

Cala Camara; si aggiungono i problemi di Pellegrini, Karsdorp, Spinazzola e dello stesso Matic, disponibile solo per pochi minuti; si finisce con l’errore di un fin lì, al solito, ottimo Smalling. Nessuna alchimia particolare: una verticalizzazione e un tiro in porta, per il goal della vittoria. 

Cambia qualcosa per la Roma, oltre alla ovvia delusione? Non a breve termine: superare il girone di EL, da un lato; resistere in zona-Champions fino alla sosta di novembre, dall’altro. Che il 2023 regali ai giallorossi un paio di giocatori provenienti dal mercato e tanta, tanta salute.