INTER-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Pragmatici, cinici e vittoriosi: non esiste “bel giuoco” che possa sostituire la soddisfazione per un successo come quello di ieri.
Eppure la Roma, al solito, era stata generosa: come si può subire un goal come quello di Dzeko? Sempre w il VAR, quando sana le ingiustizie.
L’Inter è in difficoltà e si vede: ogni movimento non fatto dal proprio compagno, diventa un pretesto per sbracciare e mandarsi palesemente a quel paese.
Ma i giallorossi sembrano proprio non aver voglia di approfittarne: altra azione da allenamento e Di Marco punisce un rivedibile Rui Patricio.
Paradossale: ma è ora che gli ospiti dismettono un timore reverenziale eccessivo e iniziano a cercare la porta avversaria sfruttando le caratteristiche del giorno, scelte da Mourinho.
Ovvero, fuori Abraham, con Dybala a mo’ di Falso Nueve: obiettivo togliere punti di riferimento e ripartire alla maggiore velocità possibile.
Si rivede Spinazzola: cliente ostico dalla sua parte, ma le due settimane di allenamento durante la sosta sembrano aver fatto effetto sulla brillantezza dell’esterno romanista.
Break del numero 37 e assist per Dybala: anche qui portiere rivedibile ma solo i campioni, in quella circostanza, si assumono la responsabilità di calciare al volo.
1-1 all’intervallo: non capita spesso, in un big match in cui si è sotto, di rimetterla in piedi prima del 45’.
Secondo tempo, altra storia: sale in cattedra Matić e la Roma fa un ottimo quarto d’ora. In questo lasso di tempo, Zaniolo prende un giallo incaccettabile, calciando in porta a gioco fermo. Al 54’!
Esce Dybala e la Roma ne risente: concede tre punizioni insidiose e, su una di queste, Calhanoglu colpisce la traversa: spiace per Inzaghi ma nemmeno Rui Patricio deve, quindi, fare parata alcuna.
Fallo di Dzeko su Mancini: la trattenuta si vede in diretta dalla Madonnina, ma Massa ha bisogno della segnalazione di un collaboratore per fischiare.
Il piede educato di capitan Pellegrini si coniuga con la capacità d’inserimento di un – ancora una volta – sontuoso Smalling, per il goal del successo.
C’è tempo per un paio di occasioni – una clamorosa – di Abraham, per Belotti che entra e lotta, per Camara che tira da ogni posizione, per Massa che fischia la dolcissima fine.
Brutta, sporca e, in fondo, cinica: dove si firma per avere una Roma sempre così?