STORIA DI IERI di Diego AngelinoCAMPIONATOTOP

ROMA-ATALANTA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

Coloro i quali preferiscono il “bel giuoco” ai risultati saranno, in parte, contenti: noi, sinceramente, un po’ meno. 

Perché vedere la Roma perdere – anziché vincere in quasi goleada, come indicato dall’andamento del match – è parecchio fastidioso. Abbinato alla sempre meno tollerabile sosta per le Nazionali, ancora di più. 

S’inizia subito con la brutta notizia di Dybala: Matić in mezzo e Pellegrini sulla trequarti. Si prende goal con l’uomo libero di calciare a ridosso del limite dell’area: nell’ultimo anno è già accaduto – a memoria – con Svalberg a Bologna e proprio con Dybala in maglia bianconera, nell’ultima sconfitta interna della Roma prima di quella di ieri.

In occasione della rete di Scalvini, errore di Cristante che esce tardi, nell’unica circostanza in cui i centrali della Roma – prestazione di Smalling sontuosa, di Ibanez quasi – non riescono a fermare Hojlund. 

Veniamo a Zaniolo. Resto dell’impressione avuta sul momento: quando Demiral lo strattona provocando il rigore che non viene concesso, l’attaccante cerca di restare in piedi convinto che, se cadesse, potrebbero addirittura fischiargli contro (come avverrà nella ripresa).

D’altronde, l’impresentabile Chiffi è quello dell’ultimo Milan-Roma: rigore negato proprio a Zaniolo, per tirata di maglia di Tonali – e penalty regalato ai rossoneri – con complicità di Aureliano – per un “mani” di Abraham. 

Terrificante anche la gestione dei cartellini, ieri: clamoroso come De Roon non venga ammonito per i falli su Pellegrini e Zaniolo nel primo tempo, arrivando così al 90’ con un solo giallo ricevuto.

Piace Celik, lucido fino in fondo nel mettere la palla sulla testa di Shomurodov per il più comodo degli appoggi in rete: purtroppo, clamorosamente fallito.

Abraham continua ad avere poco feeling con il goal: lanciato splendidamente da un Pellegrini che resta in campo anche non al meglio, fallisce l’1-1 che avrebbe dato un volto diverso alla partita. Più difficile, ma sempre enorme, l’occasione che l’inglese sbaglia su assist di Matić. 

Bene il subentrato Belotti: sponde, giocate intelligenti, falli subìti. Praticamente l’unico attaccante a non avere un’occasione clamorosa sulla coscienza…

Preoccupato? Solo dalla sequenza di infortuni muscolari e non cui, di certo, l’imbarazzante terreno dell’Olimpico sta dando il proprio contributo.