DIVAGAZIONI ROMANISTE… Da Paulo a Paulo
di Franco BOVAIO – Nell’estate del 1980 vennero riaperte le frontiere del calcio italiano agli stranieri, ma solo uno per squadra. Tutti dicevano che la Roma avrebbe preso Zico, il più grande e famoso talento brasiliano del momento. Invece arrivò Falçao, che di nome faceva Paulo Roberto. E tutti sappiamo come è andata a finire. Con il suo impatto che fu devastante (in senso buono) sulla squadra e sulla città, alle quali regalò la sua personalità e la sua mentalità vincente, diventando il tassello che mancava per far fare a tutti quel salto di qualità che tre anni dopo portò allo scudetto. Anche se questo sarebbe potuto arrivare subito, nello stesso campionato 1980-81, se quel gol di Turone … Vabbé, inutile tornarci sopra. Anche in tal caso sappiamo come è andata.
Oggi, a distanza di quarantadue anni da allora, un altro Paulo arriva ad infiammare le folle giallorosse, che sperano, ovviamente, che con lui in squadra si ripeta la storia che molti hanno vissuto ai tempi di Falçao. E poco importa che il Paulo di oggi sia argentino e non brasiliano come quello. Sempre sudamericano è, sempre campione è, sempre uno dei leader della squadra è destinato a diventare. Con la maglia numero 10 addosso, che per i romanisti diventerà iconica come lo è stata quando la indossava Totti e come lo fu quella numero 5 di Falçao.
La cui storia sembra davvero ripetersi. E non solo per il comune nome di battesimo tra lui e Dybala. Perché anche oggi, come nel 1980, alla guida della Roma c’è un presidente che si è presentato portando in panchina il miglior allenatore su piazza, Mourinho, esattamente come Viola fece con Liedholm. Perché anche oggi questo allenatore è giustamente idolatrato dai tifosi proprio come idolatravano il Barone. Perché anche Mourinho, al primo anno alla guida della Roma, ha vinto una Coppa come fece lo svedese, che ci regalò la Coppa Italia 1979-80 dopo tanti anni in cui non si era vinto alcunché. Esattamente come ha fatto Mourinho con la Conference. E perché Dybala troverà una società e una squadra in crescita. Con quest’ultima che è composta da tanti giovani di belle speranze e da veterani che hanno fame di vittorie. Proprio come era quella nella quale venne inserito Falçao.
Da un Paulo all’altro la storia sembra ripetersi. Auguriamoci che abbia anche lo stesso finale tricolore!