A PRIMA VISTACOPPE EUROPEETOP

ROMA-FEYENOORD. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI

È lì, a questo punto: la tocchi, la vedi brillare, ma fino alla fine il suo scintillìo non deve distrarti, non può. Più che altro non puoi e non devi permetterglielo. Proprio perché sei arrivato fin qui e la Coppa non è per tutti. Anche per questo ne parlano male, o tentano di snobbarla. Ma se non contasse davvero, non si sarebbero mobilitati i gufi. 

Andrebbe alzata per tutti quei tifosi che la Roma quest’anno se la sono comprata, letteralmente, a scatola chiusa. E andrebbe ostentata alla faccia di qualche editoriale idiota e un po’ meschino che qua e là ci è toccato leggere. 

È il prima, questo, ed è stato facile sintetizzarlo; quel che più conta è il durante, il “mentre” della partita, che comincia quando si dissipano le meditazioni sull’undici con il quale il timoniere portoghese vuole approdare nel modo migliore all’interno della partita che è brutta, sporca, cattiva come i barbari che si mettono a orinare addosso ai pullman degli altri e di ora in ora combinano di peggio, con a disposizione una logistica e una città palesemente ancora meno adatte, rispetto al piccolo gioiello che è lo stadio, per ospitare l’evento. 

Mourinho sceglie Zaniolo e non Oliveira: Roma più aggressiva in partenza, con gamba e con la qualità di Mkhitaryan nel pacchetto centrale. 

Il Feyenoord comincia gonfiando il petto a livello di fisicità e agonismo, pur se nulla, di fatto, accade dalle parti di Rui Patricio. La Roma è serena e compatta nella fase di attesa, col sotto palla che non provoca mai autentica fibrillazione nella metà campo della Roma. Roma che è brava ad aspettare il momento giusto per iniziare a far brillare la superiore caratura del suo fraseggio, nonostante Mkhitaryan alzi quasi subito bandiera bianca e grazie all’ingresso di un Sérgio Oliveira subito lucido e combattivo. Il lancio di Mancini premia l’incursione di Zaniolo che, al netto dell’errore di Trauner, segna un gol magnifico. 
All’intervallo, le statistiche premiano il possesso del Feyenoord, il risultato la Roma. 
Potrebbe grandinare, in area giallorossa, all’inizio della ripresa: Feyenoord famelico, Rui Patricio monumentale in due occasioni. Roma che soffre e un po’ s’offre, poi con i cambi rimette un po’ la testa fuori. Spinazzola e Veretout per la parte finale, con Zalewski e Zaniolo in riserva. Superato il momento critico? Sì, la Roma inizia a veleggiare verso il finale di partita, verso il trillo del bravo Kovács. 

E ADESSO ALZALA, LORENZO. ALZALA NON IN FACCIA A NESSUNO, PERCHÉ LOSTILE È UN ALTRO; ALZALA IN NOME DI DINO VIOLA, DI FRANCO SENSI, DI AGOSTINO, DI ALDO, DI TUTTI I ROMANISTI CHE NON POSSONO VEDERLA. PER LORO, ALZALA PIÙ IN ALTO CHE PUOI; PERCHÉ PIÙ GRANDE DELLA ROMA, FORSE, C’È SOLO IL CIELO.