TORINO-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Un peso minore per la Roma, in vista di mercoledì. Perché non giocarsi un’intera stagione in una sera può offrire un quid di serenità in più, magari decisivo.
È stato, al solito, bravo Mourinho: a far riposare chi ne aveva bisogno, vedi Smalling; a dar minutaggio a chi appare in un buon momento, come Shomurodov; ad affidarsi ai suoi migliori – Abraham e Pellegrini – per garantirsi, dal campionato, la qualificazione alla prossima Europa League. Una partita alla volta: non una frase fatta, per chi, come il portoghese, è avvezzo ai successi.
Motivazioni, gestione, il record di Abraham, miglior marcatore inglese della storia della Serie A. E due rigori a favore.
Che sono netti ma il secondo è la metà -solo per ricordarne uno – di quello non concesso a San Siro contro il Milan allo stesso Zaniolo, strattonato palesemente da Tonali.
Spinazzola titolare: c’è ancora, come normale che sia, molta strada da fare prima di tornare al massimo.
Zalewski a destra: punta gli avversari e va sull’esterno; li punta e va dentro al campo. Più soluzioni tecniche per un’ala “vecchio stampo”, in grado di creare la superiorità numerica.
Angoli battuti a parte, si è rivisto su buoni livelli – dopo mesi – Jordan Veretout, con quegli “strappi” caratteristici troppo spesso mancati nel corso di questa stagione.
E ora? Parole non servono, per mercoledì.