FIORENTINA-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
Turnover sì o no? Senz’altro sì, ma quanto? Qb, come alcuni ingredienti in cucina con i quali non si deve esagerare, per non rovinare la pietanza? Dovrebbe valere sempre, come regola aurea e Mourinho non soltanto lo sa bene da sempre, ma una serata norvegese dello scorso autunno glielo ha dolorosamente ribadito.
Di fatto era uno spareggio, questo, con Lazio e Atalanta alla finestra visti i punteggi più vicini delle voci di un condominio di edilizia popolare.Viste le caratteristiche degli uomini e certe attitudini, nel bene e nel male, della Viola di Italiano, i bookmakers puntavano su segnature reciproche e nunero di gol da “over”.
Arriva la formazione e ci si rende conto che il cambiamento più evidente potrebbe essere nel modulo, non negli uomini: per uno Zaniolo che manca, in campo ci sono regolarmente Ibanez, Oliveira, Karsdorp, Zalewski. Di Pellegrini e Abraham si sapeva.
Inizio ad handicap per un rigore quantomeno cervellotico. Ma la Roma? Dalla distinta ufficiale avevamo presunto di poter vedere una squadra che si sarebbe presa il pallone per gestirlo il più possibile. È accaduto l’esatto contrario: basta rivedere l’azione del raddoppio di Bonaventura per capire quanto si mostri arrendevole e appannata la fase difensiva.
Sintesi della ripresa: Zaniolo e compagnia cambiano poco o nulla; bentornato Leo Spinazzola. In ogni caso, quando vuole l’arbitro Guida.