Zaniolo-Abraham, coppia da finale
(GAZZETTA DELLO SPORT) Nicolò Zaniolo e Tammy Abraham hanno addosso le stimmate del futuro che molto probabilmente li separerà per esigenze e bisogni. Ma mai come stasera tutto questo non conta nulla, Ciò che importa è quel ponte pronto a distendersi fra presente e passato, utile a superare mezzo secolo di digiuno europeo. Certo, Zaniolo sembra avere addosso la carica dell’ansia, quella di chi debba dimostrare qualcosa prima dell’addio. Non nascondiamolo: se José Mourinho decidesse di schierare una formazione prudente a una sola punta, l’attaccante sacrificato sarebbe senz’altro Nicolò, ma al momento sembra una (legittima) ipotesi di scuola. D’altronde, visto che la dirigenza e il giocatore, in estate, hanno il reciproco interesse di separarsi per costruire un futuro migliore, la sensazione è che la Roma voglia metterlo in vetrina il più possibile in questo finale di stagione, attirando ancor di più le tante sirene che cantano per il Predestinato.
In questi mesi, più volte Abraham ha ricambiato i complimenti di Nicolò, ma stanotte occorrerà passare dalle parole ai fatti. L’Italia gli sta dando tanto e proprio lavorando in tandem con Zaniolo può ripagare l’attesa che cresce. “Alla Roma mi hanno fatto diventare una star”, ha ammesso. Motivo in più per dimostrare alla Premier League che forse l’errore di valutazione era stato il loro. Come riuscirci? Facile. Ad esempio riuscendo finalmente a segnare un gol al Leicester, visto che nelle sette volte in cui lo ha incontrato Tammy non ci è mai riuscito. La sensazione è che il matrimonio con la Roma sia destinato a durare ancora. D’altronde, la famiglia Friedkin sta scoprendo la dolcezza che Roma sa offrire a chi ha imparato a vincere, e proprio per questo Abraham è il l’arma per un futuro da big, come da progetto. Un passo alla volta, naturalmente.