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INTER-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI

L’Inter aveva vinto le ultime due sfide di Serie A contro la Roma e non otteneva tre successi consecutivi contro i giallorossi nella competizione dal 1999 (quattro in quell’occasione) – risale invece al 1991/92 l’ultima stagione in cui i nerazzurri avevano tenuto la porta inviolata in entrambe le gare di campionato contro i capitolini.

I nerazzurri, inoltre, non perdevano contro la Roma in Serie A al Meazza dal 26 febbraio 2017 (3-1 giallorosso che vide l’unica doppietta nel torneo di Radja Nainggolan) -, da allora tre pareggi e un successo nerazzurro

La Roma, del resto, d’altro canto, era la squadra imbattuta da più turni in questa Serie A (12 gare – 7V, 5N): questa è la striscia senza sconfitte più lunga per i giallorossi in un singolo campionato dal maggio 2017 con Luciano Spalletti).

Quella di Mourinho è la formazione di questa Serie A che conta più giocatori differenti con almeno due gol all’attivo (12), segue a quota 11 proprio l’Inter – i nerazzurri inoltre guidano il campionato per numero di marcatori con almeno quattro centri (ben sette).

Statistiche, che al fischio d’inizio contano già pochissimo, salvo una conferma finale dopo novanta minuti. 

Detto ciò, era la prima volta che al “Meazza” l’Inter giocava meno in casa rispetto al direttore di gara. 

“Con Sozza stai Seregno”, potremmo dire mutuando un celebre motto renziano di qualche anno fa. 

Sin dal sopralluogo, Mourinho si gode non la sua gente ma le sue genti: quella a cui aveva regalato la vetta assoluta nella storia del calcio italiano; quella alla quale sta regalando orgoglio, prospettive e un entusiasmo da (giallo)rosso fisso.

Un primo tempo nella prima parte sostanzialmente equilibrato, con la Roma che gestisce la palla e tenta il rilancio dell’azione, ma senza il Mkhitaryan delle scorse partite, perché oggi deve fare il…Cristante, che in questo pomeriggio di assenza speriamo abbia fatto capire agli scettici il suo peso reale nell’economia delle partite. 

Il vantaggio dell’Inter arriva con una combinazione che tocca il massimo dell’efficacia e della coralità; la Roma lì comincia a sgretolarsi; poi, Brozovic uccide la mosca nella ragnatela all’incrocio dei pali. 

La Roma torna in campo per la ripresa peggio di come aveva chiuso il primo tempo. È tutto dire. Poi prende il terzo. 

La gara prosegue con l’Inter che va più vicina al 4 – 0 di quanto la Roma si avvicini al 3 – 1, fino al gol di Mkhitaryan. Bello, inutile ma bello. 

Testa al Leicester, forse inconsciamente sin dall’ 1 – 0.