CAMPIONATOPAGELLETOP

NAPOLI-ROMA. Il “Pagellario” di Franco Bovaio

Napoli-Roma 1-1 non fa una piega. Risultato giusto e Roma che nel secondo tempo ha giocato alla grande, dopo aver sbagliato il primo, condizionato da quel rigore dato all’8° dal prode Di Bello e dal suo altrettanto prode collega al VAR. Gli stessi che, nel secondo tempo, non avevano concesso un penalty alla Roma che era sembrato molto più evidente di quello dato agli azzurri. Un’impressione di rigore per il tocco di Ibanez (5, sempre troppo arruffone e irruento) a Lozano (che non aspettava altro) punito con il rigore dopo averlo visto e rivisto; Zaniolo che viene travolto da Meret in uscita che, invece, per Di Bello e tutto il VAR cade da solo. Tanto che l’arbitro non va neanche a rivederlo e che nessuno lo chiama a rivederlo.

Meno male che è arrivato il gol di El Shaarawy (7, grande ingresso il suo), altrimenti al “Maradona” sarebbe andata in scena l’ennesima farsa arbitrale di un campionato in cui questi signori col fischietto in bocca ne hanno combinate davvero di tutti i colori. E meno male che la Roma, stavolta, è stata più forte di loro e delle loro decisioni strampalate.

Meno male che in panchina ha Mourinho (6,5), che ha dato grinta e determinazione a questa squadra (tanto che a Napoli ha segnato il 15mo gol negli ultimi 15 minuti di partita), che ha portato al 12mo risultato utile consecutivo in campionato e che ha corretto in corsa quello che andava corretto. Sostituendo Cristante (5, in sofferenza contro i diretti avversari) con Mkhitaryan (7), che ha cambiato la Roma e la partita. Perché è il grande campione che ha la Roma. E mettendo El Shaarawy al posto di Zalewski (6), che era partito male, poi era cresciuto, ma continuava a patire sempre troppo su quella fascia. Dove ha patito moltissimo Ibanez. Meglio sono andati i suoi compagni di difesa Smalling (6,5), che ha giocato con la solita tranquillità e sicurezza e Mancini (6, mezzo punto in meno per il gol che si è mangiato di testa, come all’andata). Sufficienti (6 a tutti) Rui Patricio, Oliveira, Karsdorp, Zaniolo e i subentrati Carles Perez, Afena e Veretout; più che sufficiente Pellegrini (6,5), autore di un’altra bella prova. Quanto ad Abraham (6) prende la sufficienza per l’assist di tacco ad El Shaarawy, altrimenti sarebbe stato da 5, anche perché si è mangiato un gol di testa che era più difficile da sbagliare che da fare. Proprio come all’andata quando, oltre ad Abraham, anche Mancini aveva fallito il gol di testa. Dunque due pari col Napoli che avrebbero potuto essere anche due vittorie.

Ma va bene anche così. Questa Roma non perde più (neanche contro le grandi). Ormai ha la grinta e la voglia di non mollare mai del suo allenatore, che a fine partita ha fatto bene a dire quello che ha detto. E al quale andava solo dato il tempo necessario per costruire la squadra a sua immagine e somiglianza. E c’era (e c’è ancora) chi lo critica. Visto che abbiamo giocato a Napoli parafrasiamo una frase famosa del grande Totò per dire loro: “Ma fateci il piacere”.