NAPOLI-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
Napoli è città di mare; quindi, con buona pace di Di Canio oggi di “salmonari” non c’è traccia. Casomai di pizzaioli, marinai, artisti, poeti, improvvisatori nell’arte non semplicemente di arrangiarsi ma di sorridere in un modo o nell’altro alla vita. Dunque, tutti benefattori dell’umanità, chi per un verso, chi per l’altro.
Luciano Spalletti sceglie una formazione e un atteggiamento che dimostrano che dopo la doccia fredda subita dalla Fiorentina, dalla partita contro i viola ha appreso una maggior tutela dell’equilibrio. Infatti oggi c’è Anguissa, lì in mezzo.
Muorinho cala sul piatto della partita, mai come oggi un ragionato poker tattico, una squadra che sa aspettare e all’occorrenza nascondere la palla, per quanto e quando è possibile.
Napoli muscolare, Roma efficace all’inizio, poi un rigore che ci può stare soprattutto per come è scomposto Ibanez per l’impatto con la caviglia di Lozano. Gli uomini di Mourinho soffrono nella parte centrale, con Zaniolo spesso solitario e accompagnato solamente nel finale.
Si ricomincia con Mkhitaryan in luogo di Cristante; avremmo detto che a fargli posto sarebbe stato Oliveira. Invece migliora il portoghese, che prende un sacco di botte e la Roma meriterebbe il pareggio, soprattutto con Abraham prima e con Mancini poi, in entrambi i casi di testa. Piovono cartellini, compreso quello a Zaniolo che era diffidato.
Rigore su Zaniolo. La Roma però rimedia il rosso a Fuzato in panchina. Episodio che farà discutere.
Intanto, comunque sia finita, la Roma ha giocato alla pari col Napoli. Otto minuti di recupero e…gooooooooooooool!
Spalletti assaporava ciò che la Roma ha meritato di fargli rimpiangere. Anzi, alla fine avrebbe meritato di perderla, o la Roma di vincerla, fate voi.