ROMA-SALERNITANA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
Il colpo d’occhio dell’Olimpico oggi era da Champions, su questo non ci piove. Il che non vuol dire non pensare che si tratti di un’impresa improba; vuol dire che un pubblico del genere merita che venga fatto ogni tentativo possibile fino alla fine, con una classifica così magmatica. Vari destini, dal vertice alla lotta per non retrocedere, sono recintati in un fazzoletto di punti e di errori, nonché di impensabili battute a vuoto; ergo, perché non provare a crederci?
La formazione iniziale di oggi, con El Shaarawy come unica sorpresa, rispecchia proprio questo discorso: tentare di sistemare la gara il prima possibile per poi pensare a giovedì.
Diciamo subito una cosa: abbiamo visto tante squadre con più punti della Salernitana, ma parecchie di queste meno organizzate rispetto alla squadra di Davide Nicola. Il primo tempo, in un Olimpico incredulo, si chiude con il vantaggio dei granata campani ottenuto grazie al siluro di Radovanović su punizione. Probabilmente mancano due rigori, uno agli ospiti per la sciocchezza di Ibanez su Durić, uno alla Roma per il colpo preso in area da Mkhitaryan. Ma al netto di tutti questi episodi, dopo 45’ non si contano parate significative di Sepe, con un solo diagonale pericoloso di Mkhitaryan. Serve altro, negli ultimi venti metri.
Serve al punto tale che Mourinho toglie Kumbulla per inserire Zaniolo; a quattro dietro con El Shaarawy a tutta fascia. Trazione offensiva ma equilibri da salvaguardare.
La presenza di Zaniolo dà più produzione offensiva, ma il pareggio non arriva, anche perché se lo divorano prima Abraham, poi Zaniolo, quindi Felix.
Avvicendamenti di massa e un crescente disordine, con Cristante sovraesposto e poi sostituito con qualche fischio. Lo trova Carles Perez il pareggio, con una conclusione precisa e perentoria a giro.
La Roma e il suo stadio nel finale profondo tutto ciò che hanno: Smalling proietta tutto se stesso a ghermire il 2-1 con un movimento da consumato centravanti.
Quanto, ma quanto, ma quanto era importante, oggi, vincere questa partita.
Finisce con un micro match Mourinho – Nicola, e il pubblico della Roma se la gode pure di più.