CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

UDINESE-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Ci aveva provato Mourinho, a gestire al meglio il doppio impegno giovedì/domenica. Riposo in Olanda, nessun rientro a Roma per evitare un ulteriore viaggio: purtroppo questo non è servito per avere una Roma brillante.

Tutt’altro: una squadra spenta, brutta copia delle ultime incoraggianti uscite, priva di Mkhitaryan e con Zaniolo e Pellegrini anche condizionati dalla diffida.  

Dall’altra parte, invece, è chiaro perchè l’Udinese abbia fatto recentemente punti con Lazio e Milan. Il goal dei friulani è nell’aria dall’inizio: solo Rui Patricio evita che il passivo all’intervallo sia peggiore.

Questa volta male Abraham che si crea un’occasione scambiando con Zaniolo ma calciando a lato. Zalewski è costretto a fare più il terzino che l’ala e soffre. 

La palla gira lenta tra i difensori, arriva ai centrocampisti e torna indietro: se nessuno prende l’iniziativa, limitandosi al “compitino”, difficile pensare di trovare spazi contro una squadra attenta e tonica.

Mourinho le prova tutte per dare una scossa e trovare una soluzione a una partita che scorre anonima verso il 90′. In campo ogni giocatore offensivo presente in panchina; organizzata pure una raccolta di palloni per far riprendere prima il gioco. 

Gli unici fastidi a Silvestri li provoca El Shaarawy, che almeno appare effervescente: per il resto, il portiere dell’Udinese non deve fare praticamente parate. A differenza di Rui Patricio, che con i suoi interventi permette alla Roma di andare ad agguantare il pareggio su rigore.

Di sei minuti di recupero, due se ne vanno per il penalty: ovviamente Di Bello non li recupera e fischia anche qualche secondo prima del 96′.

Lontani da tempo i sogni di Champions, la Roma si riscopre in difficoltà nella settimana che porta al ritorno degli ottavi di Conference League e al derby, prima della sosta della Nazionale: urgono rimedi perlomeno transitori.