ROMA-ATALANTA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
Tosta, ordinata, vincente: è la Roma di Mourinho che in questa stagione lascia 0 punti all’Atalanta, imbattuta all’Olimpico dal 2014.
Pensavo a un ritorno alla difesa a 4, con uno tra Vina e Maitland-Niles terzino sinistro. L’allenatore di Setubal, invece, la vince con il giovane Zalewski a tutta fascia, confermando la difesa a 3 e un sontuoso Mkhitaryan (peccato il rosso) a metà campo.
Di solito, quando il centravanti è “discreto”, gli basta una palla buona per punire l’avversario: il goal numero 20 in stagione di Abraham arriva con una grande giocata, che segue la prima di Zaniolo.
Se Smalling non è una sorpresa, lo è in qualche modo Kumbulla, cresciuto nei mesi e ieri praticamente impeccabile in fase difensiva. Il suo miglioramento è uno dei sempre troppo sottostimati meriti dell’allenatore romanista. Peccato il giallo che gli farà saltare Udine.
Mancini va due volte vicino al goal, non prende gialli, ma l’unica vera occasione dell’Atalanta, con Freuler, vede una sua indecisione di testa: ci pensa Rui Patricio a salvare.
Non è appariscente; ogni tanto sbaglia – come quando nel finale non serve Sergio Oliveira al limite dell’area avversaria – ma Bryan Cristante è un calciatore di grande importanza nell’economia di una squadra: anche ieri avrà sporcato 100 palloni.
Si soffre fino in fondo, ma organizzazione e abnegazione permettono alla Roma di portare a casa un successo importante, che ne tiene vive le chance europee. All’appello manca solo Veretout, entrato in campo troppo “leggero” per una partita del genere.
Giovedì torna la coppa: vietato sbagliare per questa Roma, alla ricerca di conferme e di un finale di stagione da protagonista.