INTER-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Marzo 2002, la Roma a San Siro a giocarsi lo scudetto: due minuti e Recoba porta l’Inter in vantaggio. Maggio 2004, stesso obiettivo: due minuti e Shevchenko ha già segnato per il Milan.
Ne abbiamo viste tante (e non cito il 2-0 recuperato a Torino nel 2001) di Roma anche ben più forti di questa entrare in campo come si fosse al parco, facilitando il compito al già non semplice avversario.
Ieri purtroppo non abbiamo fatto eccezione: almeno personalmente ero rassegnato a prescindere.
Di tre difensori centrali non ce n’è uno che sappia far ripartire l’azione. Qui, solo negli ultimi trent’anni, abbiamo visto Aldair, Zago, Samuel, Chivu, Benatia e altri potrei citarne.
I due esterni purtroppo sono limitati. Se Karsdorp copre le sue molte mancanze offensive con qualche buona chiusura difensiva, Viña fa fare bella figura all’ennesimo, normalissimo avversario che gli si pone davanti: ieri Darmian pareva Maicon ai tempi del Triplete.
In mezzo c’è Veretout, che è fermo al rigore sbagliato a Torino e Oliveira che inizia ad assorbire il grigiore che lo circonda: resta qualche spunto di Mkhitaryan, per cui Mourinho ha cucito il 3-5-2 che però, così espresso, mostra una Roma in campo lunga una sessantina di metri.
Davanti, Abraham pare l’Edin Dzeko dei tempi romani che si veniva a prendere palla a metà campo e Zaniolo si trova solo a predicare in un mezzo deserto.
Il tutto condito da una scarsa personalità, che non fa saltare la mosca al naso a nessuno: dovrebbe risultare naturale fare almeno un fallo di gioco, mentre l’Inter triangola a tutto campo e prova la sessione d’allenamento di tiro dalla distanza.
La ciliegina è il signor Di Bello (coadiuvato dal VAR Pairetto): ammonizione vergognosa a Zaniolo, ridicola a Mourinho, inesistente invece per i due interventi di Brozovic sempre su Zaniolo e Abraham, con l’Inter che chiude con 0 sanzioni disciplinari. Dei quattro goal scaturiti da contrasti/falli negli ultimi tre giorni – compreso il 2-0 di ieri sera – l’unico annullato resta quello segnato sabato dalla Roma.
Ci sarebbe bisogno di un intervento della proprietà per spiegare programmi e progetti; dell’inserimento di uno se non due dirigenti di peso, conoscitori dell’ambiente e delle dinamiche del calcio italiano.
Il tutto considerando ci sono ancora tre mesi pieni di stagione, con una classifica di A che è quasi una sentenza e una coppa internazionale che, se affrontata con la mollezza di ieri, rischia di finire ben prima di diventare davvero interessante.
Friedkin, per favore, battete un colpo.