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ROMA-CAGLIARI SOTTOPASSAGGIO. ECCO IL SOLDO CHE FA LA LIRA

di Paolo MARCACCI – Tu guarda se dopo aver visto Sorrentino travestito da Batman non ci tocca vedere pure il portiere del Cagliari che si trasforma nell’ Uomo – Cragno; è una stupidaggine ma rende l’idea di tutto ciò che può capitare alla Roma, per chi ne conosce la storia e le vicende.

Dopo i risultati del pomeriggio è ancora più importante fare bottino pieno, stasera, perché l’appetito per il vertice viene mangiando i punti a chi li perde. 
Ci sono Schick e Dzeko in contemporanea, potenziale offensivo da assemblare sempre di più, si spera, perché la somma dei fondamentali possono vantarla in pochi. A giudicare dalle prime battute, è il ceco a girare attorno al bosniaco, peraltro sacrificandosi anche in fase di non possesso, rinculando fino alla linea mediana per assolvere ai compiti di copertura. 
Cigarini e compagni contengono con disinvoltura e appaiono disposti sul terreno di gioco con molta oculatezza, come a dire che il lavoro di Rastelli qualche pregio lo aveva avuto, prima dell’esonero.
Partita stagnante, con la Roma che appare più imballata e prevedibile rispetto alla gara del “Bentegodi”; merito anche di come Pavoletti e compagni chiudono gli spazi. In realtà non fanno soltanto quello, perché dopo un terzo di gara il Cagliari si concede la velleità di riversarsi nella metà campo romanista. Ci vuole un destro secco di Nainggolan, scoccato dalla lunetta, per farci ammirare la prima vera conclusione giallorossa. Ci vuole pazienza, stasera, senza concedersi disattenzioni di sorta, contro Barella o João Pedro. Quest’ultimo induce Pellegrini – molti i palloni che gioca sul suo lato – al fallo a causa del quale quest’ultimo si fa ammonire. Lo stesso João Pedro era stato il primo a finire sul taccuino di D’Amato. Poi toccherà anche a Cigarini. 
Disattenzioni varie a ridosso dell’area romanista, compreso Kolarov che si fa soffiare un pallone potenzialmente pericoloso. Il tempo, tutt’altro che memorabile, si chiude con la sensazione che la Roma provi più insistentemente a cercare Dzeko, un po’ troppo lento nel giocare la sfera in un paio di occasioni. È tutta la Roma, però, che ha necessità di alzare i ritmi, anche perché il Cagliari chiude la prima frazione in crescendo. 
Detto per inciso: sono queste le partite che, quando le si riesce a vincere, inviano un segnale a tutto il resto del campionato. 
Manca un rigore su Kolarov, comunque, per fallo di Barella. 
 
Si ricomincia da una Roma che ha l’obbligo di mostrarsi più volitiva. 
Minuto 49: Dzeko arpionato in area da Cragno. Wrestling un po’ più ruvido della media. Per Damato è simulazione di Dzeko, per giunta ammonito. Poi il VAR prende per un orecchio, quello con l’auricolare, il direttore di gara barlettano e c’è il rigore sacrosanto, col cartellino che svanisce. Dal dischetto, solita passeggiatina di Perotti, solo un po’ più lenta del solito, con la finta quasi inesistente: Cragno indovina il lato e blocca addirittura. Doveva capitare, prima o poi, era nell’aria. 
Minuto 59: Farias per João Pedro, che esce come se avesse le lumache negli scarpini. 
Dopo due minuti, in seguito a una percussione di Perotti, si pestano letteralmente i piedi in area Dzeko e Schick: vedrete che se ne parlerà in maniera ossessiva, di questo episodio. Aveva ragione Dzeko, comunque. 
Dopo un’ora di gioco, la Roma ancora non traduce il predominio territoriale in autentica pericolosità. Stasera sarebbe davvero un peccato non cogliere l’attimo. 
Si fa rocambolescamente male a una mano Barella, che viene sostituito da Deiola, così come nella Roma Pellegrini, spentosi progressivamente, cede il posto a El Shaarawy. Schick ancora deve entrare negli automatismi offensivi, come è logico; però quando lo si cerca per il dialogo la sua qualità rifulge anche con un solo tocco. 
Minuto 77, giallo per Deiola. Subito dopo, occasionissima per Farias, grazie a un rimpallo, nel cuore dell’area giallorossa: destro a giro alto, per fortuna; però non bisogna fidarsi di questo Cagliari che sente sempre più forte il profumino del punto esterno. 
Strootman per Nainggolan, negli ultimi 10′. Roma che tenta di forzare i tempi, Cagliari che non si scompone. Para Cragno un interno destro piazzato di Perotti, al minuto 83, dopo una accelerazione di Florenzi che lo serve in seguito a uno scambio con Schick. 
Tempus fugit, Roma stanca. Servirebbe una giocata, una di quelle che soffiano via l’inerzia della partita. Qualcuno in tribuna mugugna. 
Di Francesco chiude con Ünder in luogo di Schick. Piovono un po’ di fischi quando il turco spara alto un pallone di destro. 
6′ di recupero, giustificati dalle tante interruzioni. 
Ceppitelli per Padoin, per perdere altro tempo, tra i sardi.
Poi? Poi punizione di Kolarov, da sinistra, esce Cragno che respinge, poi Fazio ribadisce in rete. Gol, anzi no. Anzi sì. Trovato il soldo per fare una lira. E il Cagliari non ha più tempo da perdere. 

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