MOURINHO “Se vinciamo siamo dentro, se perdiamo siamo fuori”
Sfida cruciale per i ragazzi di Mourinho domani sera in Conference League contro lo Zorya, in cui si deciderà il futuro dei giallorossi in Europa. In vista della sfida dell’Olimpico, il tecnico portoghese ha parlato alla stampa. Queste le sue parole:
Iil significato di questa partita per voi?
“È molto semplice: se vinciamo siamo dentro, se perdiamo siamo fuori. Un pareggio lascia tutto aperto, il destino sarebbe ancora nelle nostre mani e dovremmo vincere in Bulgaria l’ultima. Significa che è una finale per noi e per loro. È una partita importante perché so che sarà molto dura per noi proseguire per tanti mesi in campionato e Conference League ma è un problema che vogliamo avere. Per questa ragione domani giochiamo con la massima forza per cercare di vincere”.
Domenica a fine partita ha detto che domani o col Torino o entrambe giocherà Zaniolo…
“Non si mi aspetto niente in particolare dalla partita di Zaniolo, mi aspetto tutto dalla squadra. Come squadra abbiamo vinto bene contro il Genoa e domani come squadre dobbiamo giocare e fare di tutto per vincere. Non mi aspetto niente di diverso da lui rispetto a quello che mi aspetto da tutti gli altri. Dal modo in cui ha festeggiato col Genoa è come se avesse giocato 90 minuti come tutti. Mi aspetto un giocatore di squadra, ma non mi aspetto niente da Zaniolo dal punto di vista individuale”.
Rui Patricio è uno dei migliori portieri in campionato. Di solito nelle partite di coppa il portiere titolare riposa, lei lo confermerà in coppa?
“Sì. Non è Rui nei migliori portieri del campionato, ma siamo noi come squadra che prendendo 3 gol a Venezia e Verona riusciamo a stare tra le migliori squadre dal punto di vista della performance difensiva. Poi dipende dalla situazione. Fuzato sta lavorando in modo assolutamente fantastico: non sarebbe un problema se dovesse giocare in campionato o coppa, non sarebbe una notte insonne per me, ho fiducia totale in lui ed è un’opzione. Gioca Rui domani”.
È soddisfatto di Abraham? Su cosa state lavorando per migliorare la mira?
“Sono contento di lui. Quando sei un attaccante di una squadra che crea tanto e che per filosofia e principio è offensiva, di solito hai possibilità di segnare di più. Ma lavora tanto per la squadra, aiuta tanto in questa costruzione. Non è un problema, in questo momento sono contento di lui. È un giocatore di squadra, anche difensivamente il modo di analizzare gli avversari, di chiudere gli spazi e pressare è più un giocatore di squadra e ha imparato ad avere un’altra dimensione in questo senso che magari non aveva prima. Ovviamente penso che presto o tardi arriveranno più gol e dopo avrà tutto: lavoro di squadra e situazione individuale di segnare di più. Non sono preoccupato. Ha avuto un piccolo calo dopo un inizio che ha colpito tutti ed anche i tifosi. Ma è un calo normale anche dopo un infortunio con l’Inghilterra, ha fatto 2-3 partite con qualche limitazione. Gioca domani. Se può aiutare: giocano Zaniolo, Abraham e Rui Patricio, ne mancano 8”.
Mi interessava la dinamica in queste ultime due partite, non tanto per la difesa a 3 ma per il centrocampo con 3 giocatori più vicini anche in fase di non possesso. L’esperimento della linea difensiva a 3 è limitato all’emergenza o si può ripetere?
“Non mi piace giocare a 5 perché una cosa è un concetto di 3 un’altra di 5. Abbiamo perso tutti i terzini sinistri. In quel momento lì la possibilità di giocare a 3 con El Shaarawy che non è un terzino e che non è per la squadra giocare a 5 dove le ali sono terzini di base, abbiamo trovato questa soluzione che è andata molto bene a livello di gioco e non bene a Venezia a livello di risultato ma è andato bene a Genova. La rosa non è stata costruire per giocare a 3: se costruisci una squadra a 3 non hai solo 4 difensori centrali e 4 giocatori come ali offensive. Ma abbiamo giocato così e i giocatori hanno fatto uno sforzo per adattarsi, non è una dinamica buona per tutti ma per qualcuno sì. Magari è un’opzione da avere in tasca. Quando recupereremo tutti i giocatori, l’obiettivo sarà tornare al modello di gioco che volevamo sviluppare. In emergenza siamo stati costretti a sviluppare questo, sono contento perché lo vedo bene e i giocatori sono contenti. Per El Shaarawy è molto più difficile ad esempio, per qualcun altro è più facile. Cercheremo equilibrio”.
Domani giocate a 4?
“Ti posso dire il quarto giocatore che giocherà, Veretout, non il modulo”.
Vina e Calafiori?
“Si sono allenati con la squadra, adesso abbiamo riunione con tutti per decidere. Come abbiamo deciso per Smalling con Genoa, oggi pomeriggio decideremo. Stanno lì, oggi si sono allenati con la squadra per la prima volta e penso sia possibile che ci siano”.
Cosa ha capito di più?
“Conosco meglio i miei giocatori. El Shaarawy ha giocato in quella posizione che non pensavo potesse. La scorsa stagione ho visto un giocatore con problemi fisici, ho sempre pensato fosse un giocatore di qualità e ala offensiva, per giocare una partita e poi riposare. Ha avuto un’evoluzione di giocare per 90′ e ha salvato l’unica opportunità che il Genoa ha avuto. È un giocatore che non ho mai conosciuto. Sono 3-4-5 mesi, qualche volta servono anni, e trovi qualcosa di nuovo in ogni giocatore”.
Ci può parlare della partita di domani? Difficile per lei affrontare squadre sconosciute?
“Non sono squadre sconosciute, abbiamo visto tutte le partite di campionato e coppa, conosciamo l’allenatore e la dinamica di squadra. Il rispetto c’è sempre e anche in questo caso”.