STORIA DI IERI di Diego AngelinoCAMPIONATOTOP

GENOA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – La vince Mourinho. Ma ben prima della mossa di Felix Afena-Gyan. La vince quando fa sacrificare come terzino El Shaarawy, che crea occasioni offensive e salva nell’unica circostanza proposta dai padroni di casa.

La vince quando punta, ancora una volta, su Mkhitaryan. Posizione diversa per l’armeno, fa praticamente la mezzala, ma con corsa e lucidità aggiunte alla consueta qualità, quest’anno troppe volte appannata.

E poi, certo: la vince inserendo un ragazzino anziché Zaniolo, che tutti, dal divano comodi, chiedevamo in campo. Ragazzino che gioca come un veterano. Se il secondo goal è splendido, è però il primo che dobbiamo sottolineare: tira convinto, senza cambiar passo… chi non ha pensato ai duecento tocchi di Carles Perez due domeniche fa a Venezia?

Il Genoa, certo, è scarso e in difficoltà con molte assenze: ma fare la “minestra” è sempre molto più semplice che costruire e aprire la difesa avversaria.

Difesa che la Roma aveva scardinato già dopo un quarto d’ora scarso: ma Irrati, senza bisogno di aiuti dal VAR, non ha dubbi sul tocco di mano di Abraham, decisivo per annullare il goal di Mkhitaryan.

Bravo Irrati, è migliorato: me lo ricordo quattro anni fa in un Roma-Inter, davanti a un rigore clamoroso per fallo di Skriniar su Perotti, chiedere al VAR Orsato: “Che devo fare?”.

Per fortuna la Roma trova comunque i goal per superare l’avversario, nonostante un Abraham non certo nella miglior serata e uno Shomurodov vivo e pericoloso, ma colpevolmente impreciso.

Non particolarmente impegnato ma bene il trio difensivo, con Kumbulla non al meglio e che pare ancora turbato dalla serataccia norvegese. Bene Veretout, davanti alla difesa ma anche con qualche strappo vecchia maniera: peccato per il giallo che lo toglie dalla sfida con il Torino.

Solo applausi per capitan Pellegrini, che continua a non tirarsi indietro nonostante l’infiammazione al ginocchio ne continui palesemente a limitare le prestazioni.

A un terzo del campionato, la Roma è quinta a tre punti dal quarto posto, considerando la rosa corta, i torti arbitrali, i giocatori con il Covid e qualche elemento (Abraham, Zaniolo) che per motivi diversi non è ancora riuscito a esprimersi al meglio.

Con il massimo rispetto per le opinioni di tutti, auspico Mourinho venga “inchiodato” sulla panchina giallorossa: la sua leadership e la sua voglia di vincere – associate all’indispensabile acquisto di giocatori importanti – rappresentano le vere e forse uniche garanzie di tornare a vedere una Roma finalmente competitiva.