ROMA-NAPOLI. A PRIMA VISTA…di Paolo MARCACCI
La Roma oggi ha l’obbligo di non essere stronza, per citare l’espressione usata da Mourinho in una delle sue conferenze più memorabili, ieri.
Lo scriviamo in tempo reale a meno di un’ora dalla partita, foglio delle formazioni alla mano. Peraltro, l’atteggiamento oggi obbligatorio per Pellegrini e compagni dovrebbe prescindere dalla presenza di questa o quella pedina.
Il primo tempo in effetti, con la veemente spinta di un pubblico che profonde solo incitamento e decibel di entusiasmo per le incursioni romaniste, vive di equilibri tattici e buona intensità, in una dimensione di rispetto reciproco per la forza dell’avversario. Ovviamente nessun bilancio si può stilare a metà, però se dovessimo giudicare dagli atteggiamenti diremmo che Bodo è una parentesi che si potrebbe considerare chiusa; il fatto è che se si leggono i nomi in panchina torna l’eco degli anatemi e delle bocciature di Mourinho, che si priva, come ricambi, di Mayoral, Diawara, Villar, Reynolds, Kumbulla. È vero che loro hanno messo di traverso la partita in Norvegia; lo è altrettanto che come rincalzi sarebbero decoroso in tre quarti di Serie A. Escludendoli, Mourinho alza la soglia di rischio innanzitutto verso se stesso: segno di personalità e carattere.
Tanto, col rischio di essere troppo, Napoli a inizio ripresa; la Roma è brava, dopo essersi tanto abbassata, ad attraversare il momento più critico della ripresa e a riproporsi con un Abraham all’occorrenza anche ispiratore. Mourinho, che Massa espelle a dieci minuti dal termine facendogli guadagnare l’ovazione di uno stadio intero, cambia solo un evanescente Mkhitaryan con El Shaarawy e, alla fine, Abraham (tanta roba, con caviglia in disordine) con Shomurodov.
Alla fine, con occasioni che la Roma avrebbe potuto sfruttare con maggiore lucidità, finisce così. Una piccola sintesi: il Napoli finora aveva sempre imposto il suo spartito; oggi ci ha solo provato, riuscendo solo a dominare una prima parte di secondo tempo. Ricominceremmo da qua. E a Zaniolo lo devi abbattere per fermarlo.