BODO/GLIMT-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo Marcacci
È inedita la divisa; è tradizionale lo stemma (bravi); è troppo differente la Roma: Rui Patricio più Ibanez e nove che giocano poco o pochissimo. Eccessivo, contro l’avversario più decente del Girone C di Conference.
Parliamo di singoli? Reynolds quasi sempre fuori sincrono quando lo cercano i compagni; Kumbulla in imbarazzo; Villar che ricama con poco costrutto…continuiamo? No, anche perché per la ripresa Mourinho, dopo una dimostrazione delle evidenze, la rivolta come un guanto: dentro Mkhitaryan, Cristante, Shomurodov; per Darboe è stata una piccola tappa del percorso di crescita, Mayoral e Villar hanno probabilmente chiuso le fibbie della valigia. Poi arrivano anche Abraham e Pellegrini. Fatto sta che il Bodo, nel frattempo, ne segna altro due. Questo è. Ma non finisce qua: arriva anche l’imbarcata. Vergognosa.
Umiliante. Peggio, molto peggio di quanto visto col Manchester, col Bayern, con la Fiorentina. Solo una cosa vogliamo aggiungere: quattrocento romanisti sono arrivati a ridosso del Circolo polare artico, pur di esserci. Applausi a loro, che aspettano le scuse, come tutti gli altri.