ROMA-SASSUOLO. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI
Due moduli apparentemente speculari, 4 – 2 – 3 – 1, in realtà ispirati a e da filosofie diverse: possiamo dire che Dionisi, più bravo che emergente, sia un “giochista”? Se vi piacciono i neologismi orrendi, possiamo. Di conseguenza Mourinho è il re dei “risultatisti”? Mamma mia, però se vi garba…ah no, quello è Spalletti. Di certo, Roma – Sassuolo sulla carta promette divertimento e un certo ritmo. Tra le “tartine” dialettiche dell’antipasto comunicativo della vigilia, il tecnico portoghese ha offerto qiello che ormai è un classico della vigilia: i complimenti, peraltro anche stavolta apparsi sinceri, al tecnico avversario.
Si era discusso molto, fino a ieri, sulle scelte dell’undici titolare della Roma e su quanto lo stesso sarebbe stato influenzato dallo smaltimento delle tossine da qualificazione mondiale. Alla fine c’è persino Vina, che era quello dato come il più stanco e il meno probabile in formazione, visto l’altra versamento dell’oceano e il rientro avvenuto dopo tutti gli altri compagni. A suo modo, è questa l’unica sorpresa. Deduzione: col
CSKA Sofia comincerà un turnover non massiccio, ma fisiologico.
Il primo tempo potremmo sintetizzarlo così: nella serata della millesima panchina di Mourinho la partita comincia a farla il Sassuolo ma, quando si presenta la vera occasione di azzannare il risultato, la rapidità di Pellegrini nel battere la punizione rasoterra e l’inserimento chirurgico di Cristante fanno 1 – 0, ossia il risultato che chiude la prima frazione di gioco. Complimenti al fraseggio e anche alla pericolosità delle incursioni degli uomini di Dionisi, soprattutto sul lato destro con un vivace Berardi contro un Vina appannato – comprensibilmente – che ogni tanto si fa sorprendere; bisogna fare molta attenzione per tutto il prosieguo della gara. Però complimenti, alla fine della prima frazione di gioco, alla lucidità della Roma che, oltre al vantaggio, precedentemente si era resa protagonista dell’occasione più pericolosa: da Karsdorp lungo l’out destro per l’inserimento di Abraham che di prima cerca il palo più lontano.
Secondo tempo, è vero tutto e il suo contrario: il Sassuolo trova il pareggio, meritato, con la più rocambolesca delle sue azioni, poi cominciano una serie di azioni velenose, che nascono dalle accelerazioni di Boga, che meriterebbero il vantaggio neroverde. Così come, però, la Roma inizia a presidiare là trequarti avversaria e a produrre, Pellegrini in testa, occasioni nitide, una in particolare che, dopo sontuosa preparazione, finisce alta di poco sopra l’incrocio. Soffertissima, anche perché serve il miglior Rui Patricio per sventare in quattro occasioni l’uno a due.
Poi? Poi El Shaarawy dipinge su tela un interno destro che segue la stessa curva dei fianchi di Charlize Theron. Il due a uno è Curva Sud che si rovescia in campo e Roma, Mourinho in testa, che si arrampica sulle gradinate. Sudore della fronte, battito del cuore, goduria al quadrato.