STORIE GIALLOROSSE di Franco BOVAIOTOP

STORIE GIALLOROSSE… Via dello Statuto … ma non per lui

Di Franco BOVAIO – Via dello Statuto è vicino alla Stazione Termini e si chiama così perché è stata dedicata allo Statuto Albertino. Non a quel Francesco Statuto che ha giocato nella Roma dal 1994 al 1997 con 74 presenze e 3 gol in campionato e un rendimento più che accettabile. Se fosse stato eccellente allora si, che gli avrebbero dedicato una via. Come è accaduto, ad esempio, all’indimenticabile Agostino Di Bartolomei, che era romano, romanista, centrocampista e prodotto dell’inesauribile vivaio giallorosso come lui. Ma la caratura, il carisma, la classe di Statuto erano, ovviamente, ben diversi da quelle dell’immenso Agostino.

Per la sua tenacia (in romano tigna) e il suo arrivare direttamente in prima squadra dai campi di Trigoria, però, era stato subito preso a ben volere dal popolo giallorosso, sempre pronto ad incitare e incoraggiare i romani combattenti come lui. Perché a Statuto tutto poteva essere rimproverato meno che la grinta e la combattività, visto che in campo metteva sempre tutto se stesso e che la sua maglietta, quando la partita era finita, era sempre tra le più sudate. Oggi che ha compiuto da poco i cinquant’anni (lo scorso 13 luglio) ricorda sempre con nostalgia e un po’ di rammarico la sua avventura nella prima squadra della Roma, alla quale era arrivato, come cavallo di ritorno, nel 1994, su esplicita richiesta dell’allora allenatore giallorosso Carlo Mazzone. Che nella stagione precedente lo aveva ammirato con l’Udinese, alla quale era stato mandato nell’ambito dell’affare Balbo e con la quale aveva esordito in A.

Un rammarico, quello di Statuto, generato da quella maledetta frattura al perone che lo aveva costretto a fermarsi nel momento in cui la sua carriera stava decollando, nel suo primo campionato in A con la squadra del cuore (1994-95), in cui aveva conquistato la maglia da titolare e anche la nazionale. Per colpa di quell’infortunio, invece, i sogni diventarono incubi, tanto che chiuse quel torneo con appena 20 partite all’attivo e quei 3 gol che sarebbero rimasti i suoi unici in campionato con la Roma. Al ritorno in campo dopo lo stop non sembrò più lui. Finì ai margini con Zeman e poi andò a consumare la sua carriera altrove, segnando anche una rete alla Roma quando giocava nel Piacenza. Quella Roma che per lui era ormai solo una bella avventura durata molto nelle giovanili e troppo poco in prima squadra.

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