FONSECA “Dopo l’addio di Petrachi sono rimasto solo. Ho dato tutto per la Roma”
L’ex tecnico giallorosso Paulo Fonseca si è raccontato ai microfoni di Sky Sport a pochi giorni dalla chiusura della sua avventura nella Capitale. Di seguito le sue parole:
Il sentimento dominante dentro di lei?
Sono tranquillo. Ho dato sempre tutto per la Roma che è sempre stata il mio primo pensiero. Ho creato un gran rapporto con le persone che hanno lavorato con me e la relazione che abbiamo creato per me è importante. Il primo anno abbiamo fatto una stagione molto positiva. Avevamo cambiato tanto, c’era anche un nuovo ds. Petrachi ha fatto un grande lavoro, mi ha appoggiato molto e non dimentichiamo che abbiamo attraversato un momento delicato con la cessione del club. Nella seconda stagione siamo andati bene fino a marzo, poi abbiamo dovuto gestire tanti infortuni e non è stato facile. Per la semifinale di Europa League mancavano 13 giocatori. Guardate cosa è successo al Liverpool o al Bayern.
Cosa è successo con Dzeko?
I problemi ci sono in tutte le squadre e io e la società abbiamo deciso di togliere la fascia di capitano a Dzeko. Da professionisti poi abbiamo parlato e risolto la situazione, ma ora non è importante tornare su quella situazione
L’avete pagata quella situazione?
No, non è stato un problema per la squadra
Cosa lascia dietro di sè?
Ho la consapevolezza di aver dato il meglio. Lascio una squadra che ha sempre tentato di giocare un calcio propositivo e che è proiettata al futuro
Cosa c’è stato con la Fiorentina?
Ci sono stati contatti ma ora non è importante parlare di questo. La Fiorentina ha un grandissimo allenatore ora
Italia o estero?
Vediamo, l’Italia mi piace molto. Avete un modo di vivere molto simile ai portoghesi. La mia deve essere una scelta ponderata, devo pensare con calma. Ora voglio andare in vacanza con la mia famiglia dopo un anno difficile.
Come le hanno detto che non sarebbe stato più l’allenatore?
Non c’è stato un momento preciso. Con l’entrata della nuova società era facile capire che sarebbe potuto succedere. E’ stato un processo normale. Dopo che è arrivato Pinto abbiamo parlato sempre molto, per me è stato facile capire che il ciclo era finito.
Si sarebbe aspettato più fiducia?
No, la fiducia non è stata importante per me. Il momento più difficile per me è stato dopo l’addio di Petrachi. Sono rimasto solo a gestire la squadra senza appoggio
L’errore con la sconfitta a tavolino per i cambi?
Sono errori che non devono succedere in una società come la Roma
Non ha allenato De Rossi, avete sofferto l’assenza di leader?
Abbiamo avuto leader nello spogliatoio, con giovani che saranno i leader del futuro. Mancini lo è già: la mancanza di leader non è stata un problema. La Roma sta costruendo un futuro molto positivo
Lei è un signore. E’ un pregio o un difetto?
Io sono così, sono Paulo Fonseca. Non posso far finta di essere diverso. Penso sia un pregio. Indipendentemente dai risultati bisogna sempre avere rispetto per chi ci lavora intorno. Che siano giornalisti o magazzinieri. E io penso di aver sempre creato un buon rapporto con chi lavorava con me
Vi siete sentiti lei e Mourinho?
Abbiamo scambiato solo qualche messaggio. Ha avuto parole oneste nei miei confronti.
E’ la scelta giusta?
E’ un grande allenatore e gli auguro tanti successi a Roma
De Zerbi allo Shakthar
Lo Shakhtar ha fatto una grande scelta con De Zerbi, è tra i migliori in Italia. È offensivo, coraggioso. Lo Shakhtar non poteva scegliere di meglio. Sono certo che vincerà. Non mi hanno chiesto consigli, ma avrei indicato certamente lui.