ROMA-ATALANTA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Dopo Torino auspicavo almeno di evitare un’altra figuraccia.
Almeno questo piccolo “traguardo” ieri è stato raggiunto, in un match dove i bergamaschi, onestamente, hanno fatto il bello e cattivo tempo per circa un’ora, fallendo più volte il colpo del ko e rischiando però, alla fine, addirittura di perdere.
Per lunghi tratti la Roma – con qualche titolare in più rispetto a domenica scorsa – permette all’Atalanta troppo, anche un paio di azioni da accademia.
E a poco serve alzare Cristante, in fase di possesso, nella sua posizione naturale di centrocampista per iniziare l’azione – con Villar, anonimo ieri, defilato come seconda opzione – e coprire Malinovskyi.
Il goal ospite, infatti, arriva; poi per fortuna Pau Lopez è in giornata buona, Mancini ingaggia un duello rusticano a tutto campo col fresco Muriel – che sbaglia una rete incredibile – e Gosens fa un fallo quasi da rosso diretto, ma Calvarese ha bisogno del Var per il sacrosanto secondo giallo.
L’episodio, un sussulto d’orgoglio, Dzeko che non segna ma incide, Carles Perez una volta tanto propositivo e Cristante che ritrova il goal dopo un anno e mezzo. Ragazzo serio, utile e costantemente fuori ruolo: merita la copertina.
Quasi record di passaggi indietro a Pau Lopez, ieri. Dopo i canonici errori sul pressing avversario a ridosso della propria area, s’inizia finalmente a lanciarla lunga sul centravanti: perché rischiare inutilmente senza poterselo permettere?
Se Mkhitaryan appare ancora arrugginito, buoni passi avanti invece di Veretout, contro un avversario che corre, corre, corre, corre senza sosta.
La notizia del giorno è il recupero di Spinazzola, Smalling, El Shaarawy e Kumbulla, che avranno, immagino, minuti a Cagliari in previsione di Manchester: giovedì prossimo non può che esser preparato – speriamo con un successo – da domenica.